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Elezioni a Verona cercansi idee oltre alle facce

C’è del fermento in politica a Verona. Non passa giorno che non si veda all’orizzonte il sorgere di una possibile nuova coalizione piuttosto che l’apertura di un tavolo di confronto per andare a governare la città. E questa rappresentazione scenica ci sta tutta, sono gli attori che si muovono con grande disinvoltura.

Parole chiave: Politica (43), Editoriale (407), Stefano Origano (141), Elezioni (36), Verona (228)

C’è del fermento in politica a Verona. Non passa giorno che non si veda all’orizzonte il sorgere di una possibile nuova coalizione piuttosto che l’apertura di un tavolo di confronto per andare a governare la città. E questa rappresentazione scenica ci sta tutta, sono gli attori che si muovono con grande disinvoltura. Vabbè che siamo la città di Giulietta e Romeo e dunque del sentimento che vince contro tutto, ma lascia di stucco vedere oggi sbocciare nuovi amori tra i nemici giurati di ieri. Prima si identificavano, fieri appartenenti di famiglie ben riconoscibili, con le armi affilate sempre in pugno; adesso sembra che non possano più vivere gli uni senza gli altri e si giurano amore eterno (o finché dura). Il copione lo conosciamo, non c’è il lieto fine.
Vista così la situazione, con gli occhi dei semplici cittadini, vien da dire che non ci sono più differenze e tutti alla fine sono uguali. La politica in fondo è sì l’arte del compromesso, della ricerca di intese, ma anche della calcolatrice, delle somme algebriche, del “noi più voi fa...”. E allora ci piacerebbe capire se questi valzer rispondono unicamente al criterio della squadra vincente, aggregando una serie di individui con il relativo bagaglio di voti (veri o presunti); o se ci sia anche qualche barlume di idea e un progetto sulla nostra città.
Nel calcio chi vuole la squadra vincente sa benissimo cosa deve fare: un buon mercato e gestire discretamente il gruppo. Se lo scopo è quello di vincere le elezioni, questo modello può funzionare: basta avere tutte le figurine da incollare sull’album, ma il giorno dopo la vittoria inizieranno immediatamente i guai, perché la politica è diversa dal calcio  che in questo improbabile confronto risulta più efficiente e serio –. Siamo in attesa, dunque, di sentire quale Verona hanno in mente le nuove formazioni che sono in cantiere e quali sono le loro proposte concrete. Saremo pragmatici, senza limiti pregiudiziali, disponibili ad accogliere il nuovo che avanza, ma per piacere non illudetevi di comprare i nostri voti semplicemente presentandoci delle cartoline con i volti sorridenti e i denti sbiancati e tirati a lucido. Il fermento ci piace, i progetti ambiziosi e fuori dagli schemi non ci impressionano, ma ci piacerebbe anche riconoscere la vostra identità valoriale, la vostra matrice culturale, la vostra vera appartenenza. Siamo disposti – e qui la sparo un po’ grossa – a considerare la possibilità che una squadra non parta come strafavorita, ma che sia coesa ed affiatata. Diteci dunque se il vostro inno ricalca le note del tormentone estivo «andiamo a comandare!» o se avete in serbo qualche proposta veramente interessante e innovativa, che non solo renda voi più credibili, ma noi tutti più partecipi.È una supplica, ma anche un avvertimento: la vita è una giostra, gira.

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