Elettori disorientati da capriole e giochetti politici
Tra due mesi si vota per il rinnovo del Consiglio regionale del Veneto e del presidente della Giunta, il cosiddetto “governatore”. Peraltro al momento neppure la data è certa, in quanto domenica 17 maggio, giorno stabilito in un primo momento, è in programma a L’Aquila l’adunata nazionale degli Alpini e questa manifestazione che coinvolge centinaia di migliaia di penne nere, provenienti in gran numero dal Veneto, impedirebbe loro di esercitare il diritto-dovere di voto.
Tra due mesi si vota per il rinnovo del Consiglio regionale del Veneto e del presidente della Giunta, il cosiddetto “governatore”. Peraltro al momento neppure la data è certa, in quanto domenica 17 maggio, giorno stabilito in un primo momento, è in programma a L’Aquila l’adunata nazionale degli Alpini e questa manifestazione che coinvolge centinaia di migliaia di penne nere, provenienti in gran numero dal Veneto, impedirebbe loro di esercitare il diritto-dovere di voto. Perciò è probabile che si voti in un’altra domenica. Basta che a Roma decidano, possibilmente prima di allestire i seggi.
Quanto alla corsa per la poltrona più importante di palazzo Balbi, attualmente le candidature sono tre. Oltre al governatore uscente, il trevigiano Luca Zaia, il centrosinistra propone la vicentina Alessandra Moretti (Pd), mentre il Movimento 5 stelle candida il padovano Jacopo Berti. Altri, c’è da scommetterci, si aggiungeranno (Tosi?). Riguardo alle alleanze tra partiti e alla ripartizione dei posti di candidato consigliere siamo ancora alla fase del risiko: vedremo presto chi schiera chi. Anche perché quasi tutti i partiti presentano delle divisioni al loro interno, pure a livello regionale, più per questione di careghe che per motivi ideologici. E lo psicodramma (alquanto stucchevole, a dire il vero) vissuto in queste settimane all’interno della Lega Nord ne è un chiaro esempio. Per non parlare del fatto che le alleanze in Veneto probabilmente saranno diverse da quelle della Campania o della Puglia. Troveremo quindi formazioni politiche alleate da una parte o dall’altra in base alle convenienze. E poi è facile immaginare che ci sarà da ridere nel vedere spostamenti improvvisi e salite sul carro (sperando sia vincente) di colui o colei che magari sino a ieri era un avversario politico. Potere dei 60 scranni di palazzo Ferro Fini.
Anche per far fronte al rischio di dover rimanere a casa tornando a lavorare. E per chi da tempo fa il politico di professione, non deve essere una bella prospettiva, tanto più coi tempi che corrono, rinunciare a 10mila euro netti al mese.
La gente, gli elettori, dal canto loro, vorrebbero cominciare a sentir parlare di programmi, di prospettive politiche per il Veneto del prossimo quinquennio, espressi non soltanto con tweet e slogan buoni al più per lo stomaco ma non per il cervello. Anche perché se i partiti sono frantumati al loro interno, figurarsi quanto la gente sia disorientata. E quando gli elettori non ci capiscono nulla, è facile pensare che possano decidere di starsene a casa. E questo è rischioso. Perché comunque qualcuno alle urne certamente ci andrà e deciderà per tutti, come è ovvio avvenga in una democrazia. Come non pensare che a farlo senza indugio e con le idee ben chiare su chi votare saranno in primis i portatori dei propri particolari interessi? E il fatto che il Governo in questi mesi non abbia forzato la mano sull’annunciato taglio delle 8mila aziende municipalizzate induce a qualche legittimo sospetto sulla volontà di... non disturbare.