Prepararsi al Natale attenti all’invito del Battista
Marco 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Quest’anno il Natale sarà diverso dai precedenti. Non ci si avvicinerà alla notte santa nel modo tradizionale: nelle parrocchie con i consueti incontri di catechesi e nelle città con le ritualità sacre e laiche sempre più mescolate tra di loro al punto che risulta ormai impossibile poterle dividere o distinguere nettamente. Né si celebrerà il Natale nelle modalità consuete: con cenoni pieni di fastosa raffinatezza, con abbracci tra parenti stretti e con altre persone care, in casa o nei luoghi di vacanza. Paradossalmente, benché catapultati in una situazione che a nessuno piace e dalla quale tutti vorremmo uscire il prima possibile, c’è un’inaspettata opportunità: poter riflettere ancora di più sull’essenzialità del Natale. La riscoperta o l’approfondimento del suo significato può aiutare a far luce su questa drammatica situazione che sta destabilizzando il micro e il macro, ovvero rispettivamente la nostra esistenza e quella del mondo intero.
La sostanza del Natale è costituita dall’evento della nascita di Gesù Cristo. Tale evento è vissuto nella liturgia della Chiesa in un grande spazio temporale, che prevede innanzitutto un’adeguata preparazione (le quattro domeniche di Avvento), e da un tempo ampio per meditare ulteriormente i significati dell’incarnazione (il tempo natalizio, che si conclude con la celebrazione del Battesimo di Gesù). Per una migliore comprensione della solennità del Natale – ormai dietro l’angolo – e di come sia opportuno prepararsi all’incontro con l’Inviato di Dio, ci viene in soccorso la figura di Giovanni il Battista.
Ci sono pochi libri il cui inizio sia paragonabile, per incisività e potenza espressiva, con quello del Vangelo di Marco. E, anche se apparentemente assuefatti da tante riletture del suo testo, si prova ogni volta un sussulto nel riascoltare le parole dell’antica tradizione profetica e al vedere apparire, come suscitato da essa, Giovanni che battezza. Marco presenta già nelle prime righe del suo scritto il Battista, a rimarcare che la sua non è una presenza secondaria nella vicenda di Gesù. A parte il rilievo plastico della sua figura, di lui colpiscono in eguale misura la potenza con la quale proclama il suo messaggio, l’umiltà con la quale ripete che sta per venire uno decisamente più forte di lui e la pronta disposizione a riconoscerlo come il Messia. Si può dire, pertanto, che è del Battista il primo atto di fede nel Cristo che si incontra in questo Vangelo.
Il messaggio di Giovanni è poco diplomatico e men che meno politico. Invece, è molto concreto. Lui batte il martello sui temi della conversione e della trasformazione interiore. Non vive fuori dal suo tempo e dalle vicende liete e tristi che lo compenetrano. Lui agisce dentro al tempo che gli è dato. Non fugge dallo stesso, sognando un mondo idealizzato e senza problemi, che con tutta probabilità non si realizzerà mai. Non scappa dal tempo difficile e drammatico non solo per lui, ma anche per il popolo. Affronta con grande coerenza interiore le difficoltà e i momenti di crisi, senza indietreggiare di un millimetro e senza lasciarsi sopraffare dalle paure. Affronta tutte le sfide della sua missione profetica caratterizzata da grandi tribolazioni delle quali si troverà traccia nel prosieguo del Vangelo.
Lasciarsi inondare dalla speranza contenuta nell’annuncio del Vangelo e accogliere l’invito del Battista a preparare concretamente la strada al Messia: ecco due modalità che possono essere di aiuto nella preparazione al prossimo Natale, in questo frangente drammatico, pieno di difficoltà. Sarà un Natale diverso dai precedenti e alquanto tribolato, ma non per questo – se vissuto con i piedi per terra e con lo sguardo rivolto al Signore che viene –meno intenso ed autentico.
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