Funambolo tra le Torri Gemelle
The walk
(Usa, 2015)
regia: Robert Zemeckis
con: Joseph Gordon-Levitt, Ben Kingsley, Charlotte Le Bon
durata: 123 min.
Giudizio Cnvf: consigliabile/realistico
Ci sono imprese che già per la loro grandezza sarebbero destinate a rimanere nella storia e che, per accadimenti che la Storia riflette su esse, addirittura con effetti retroattivi, assumono ancor più rilevanza e dignità di memoria.
Una di queste è la “passeggiata” che l’acrobata e funambolo francese Philippe Petit compì la mattina del 17 agosto 1974, quando attraversò la distanza fra le due Torri gemelle del World Trade Center di New York, camminando sopra un cavo d’acciaio senza alcuna protezione.
Già visitato dal cinema nei documentari High Wire (1984) di Sandi Sissel e Man on the Wire (2008) di James Marsh, che vinse l’Oscar, l’evento trova ora la sua versione fiction in un bellissimo film di Robert Zemeckis. Tornato finalmente ai film con attori in carne ed ossa, non più scansionati con la computer animation, tecnica interessante ma che, a parer nostro, a Zemeckis aveva un po’ troppo preso la mano, il regista di Chicago costruisce una solidissima partitura narrativa, prendendo giustamente molto sia dal documentario di Marsh che dai libri scritti dallo stesso Petit, primo fra tutti Toccare le nuvole fra le Twin Towers. I miei ricordi di funambolo, pubblicato nel 2002.
Il grande fascino di un’impresa come quella di Petit sta, forse più ancora che nell’esecuzione stessa, in tutto il processo di preparazione e di studio, che richiese mesi e mesi e prove e prove.
Tanto più, come viene ben evidenziato in una struttura di racconto che in alcuni momenti assume persino le caratteristiche del thriller, che l’impresa fu del tutto abusiva, illegale, non permessa e, successivamente, anche perseguita dalla legge americana.
Sono i momenti migliori del film, che preludono alle sontuose sequenze, nelle quali la perfezione degli effetti speciali e la maestrìa degli attori, primo fra tutti Joseph Gordon-Levitt che interpreta Philippe Petit, costruiscono un’emozione cinematografica davvero rara di questi tempi.
L’11 settembre 2001 e la distruzione delle Twin Towers assegnarono all’avventura del funambolo francese l’aura di epicità che viene destinata a qualcosa di quasi sovrumano e di assolutamente irripetibile.
In questo senso, sia l’impresa vera e propria che le successive ricostruzioni cinematografiche, nelle quali l’opera di Zemeckis si inserisce a pieno e meritato titolo, possono essere ricordate anche come un monito alla volontà individuale di costruire la pace.