Stupefacenti smartphone
«Insegnateci il senso del limite, da soli non siamo in grado», avrebbe detto una studentessa ai ricercatori che scoprivano l’acqua calda, e cioè che per i ragazzini d’oggi lo smartphone è peggio della droga. Bah… Avrà avuto un momento di (rara) lucidità, perché l’esperienza personale insegna che – dagli 11 anni in su – i giovanissimi non abbiano alcuna voglia di limitarsi almeno un po’. Instagram, la parola magica. Verrebbe voglia di scrivere tutte le cose che si dicono ai figli (“la vita vera è altro!”, “spegnilo!”, “ai miei tempi…”), ma – sempre per esperienza personale – non serve letteralmente a nulla. La cosa peggiore è un’altra: mentre si sermoneggia con la figlia su quella protesi della mano chiamata smartphone, lei ti secca in un nanosecondo facendoti notare i genitori dei suoi amici: tutti intenti a chattare con altri su quanto sia luminoso il sole e quanto sia respirabile l’aria. Con la testa china sullo smartphone che non abbandonano mai, come i figli. Quindi sono i ragazzini i “drogati” dal cellulare?
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