Bomba o non bomba
“Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre”. Che è stato, 50 anni fa, la notte della Repubblica nata dalle ceneri della guerra, la vera fine del boom economico e degli “anni Sessanta”. Il giorno in cui alcuni neo-fascisti – guidati da quei servizi segreti che gli italiani li dovevano difendere, non uccidere – misero una bomba in una banca per fare una strage, per seminare terrore, per spostare l’Italia verso la vicina Grecia dei Colonnelli. Non so se gli anni Settanta sarebbero stati così terribili come sono stati, senza quella bomba. Solo l’Italia piombò in una spirale di altre bombe, di terrorismi rossi e neri, di manifestazioni di piazza col morto incorporato, di rapimenti, assassinii, gambizzazioni… Se l’obiettivo di quel 12 dicembre era quello di farci passare i peggiori anni della nostra vita, ebbene quella bomba colpì il bersaglio in pieno. E se ci lamentiamo che i nostri ragazzi escono fuori con lo smartphone incorporato, ricordiamoci che i loro coetanei di allora uscivano fuori con la P38 e i manganelli. Coetanei che oggi hanno 70 anni e li incroci ai supermercati dove esaminano le etichette dei biscotti.
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