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La chiesa di Salaorno si è fatta un bel lifting

di ROBERTA BRUNELLI
Terminati i lavori, bella festa di comunità nella contrada

La chiesa di Salaorno si è fatta un bel lifting

di ROBERTA BRUNELLI

La chiesa di una minuscola contrada di Velo, Salaorno, restituita alla sua comunità. Il risultato, pregevole, si deve all’impegno di due cittadini che in Lessinia hanno le loro radici, Renzo Valle e Andrea Battisti, che hanno ottenuto un finanziamento dall’Unione Europea (102mila euro) grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza per restaurare l’edificio, valorizzando la parte architettonica e artistica. Non solo. Altre risorse (117mila euro) sono destinate alla sistemazione del vicino baito: i lavori all’antico edificio nel quale un tempo si produceva il formaggio, e che conserva al suo interno tutte le attrezzature, sono già iniziati e termineranno l’estate prossima.
Valle e Battisti oggi vivono altrove – il primo, ex insegnante, a Bussolengo; il secondo, entomologo, a Tregnago – ma hanno radici ben salde nel terreno fertile di Salaorno e volevano rinforzare il senso di comunità. Qui dove l’oratorio, dedicato a san Giovanni Battista e alla Beata Vergine Maria, «era stato restaurato negli anni Ottanta, però con tecniche discutibili ed era quindi necessario intervenire per rimuovere il vecchio intonaco». Inoltre, la struttura presentava infiltrazioni d’acqua dal tetto e segni di umidità, ma richiedeva anche attenzioni dal punto di vista statico. Tutti progetti che sono stati curati dall’arch. Guido Pigozzi per la parte architettonica e dalla restauratrice Giuseppina Rossignoli per quella artistica.
Ed è stato un sabato di festa, il 17 agosto scorso, per festeggiare la conclusione dei lavori. Per la Messa celebrata sul sagrato e il successivo pranzo della comunità, agli abitanti della contrada si sono aggiunte tante persone che conservano un legame con quel manipolo di case immerse nel verde. Luogo abitato con tutta probabilità dal Trecento, sebbene la notizia non sia documentata, e di certo dal Quattrocento. In precedenza, nel 1287, era stato il vescovo Bartolomeo Della Scala a concedere i terreni della località “Salavorno” ad un consistente gruppo di coloni cimbri, favorendone il primo insediamento.
La costruzione della chiesa (ultimata dopo varie peripezie nel 1778) è legata ai Salaorni, una delle famiglie più facoltose e in vista, che decise innalzare un edificio sacro nella contrada. Impresa non facile, che riuscì dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni dal Doge di Venezia e dal vescovo Giovanni Morosini.
Nella navata fu trasferito l’altare seicentesco che la famiglia aveva nella parrocchiale di Velo e con atto notarile i fratelli Salaorni si impegnarono alla perpetua manutenzione dell’oratorio. Compito oggi passato agli abitanti di Salaorno, proprietari della chiesetta. Vicende ben descritte nel libro La chiesetta di Salaorno. La gente, la storia, il restauro, scritto da Valle e Battisti, il cui ricavato servirà al mantenimento dell’edificio.

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