Mons. Ferrari, una vita donata per amore
di FRANCESCA SAGLIMBENI
Tanti sacerdoti con il vescovo Domenico per celebrare il 60º anniversario di ordinazione
di FRANCESCA SAGLIMBENI
“Canterò per sempre l’amore del Signore”. È il Salmo 88 a scandire i 60 anni di sacerdozio di mons. Gianfranco Ferrari, festeggiati alla vigilia della solennità dei santi Pietro e Paolo nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, insieme a una folta assemblea di parenti e amici venuti anche da altre diocesi d’Italia dove è presente l’Opera dell’amore sacerdotale, da lui fondata nel 1975 con Amalia Ferrari.
Nato in una famiglia cristiana, «ma non molto praticante, da cui ho tuttavia ricevuto un esempio di onestà e di amore verso i più bisognosi», ha precisato don Gianfranco durante la Messa presieduta dal vescovo Domenico Pompili e concelebrata dal vescovo emerito Giuseppe Zenti e da una trentina di presbiteri, la vocazione inizia a farsi strada in lui proprio in una giornata d’estate, quando al mare incontra un gruppo di giovani, tra cui una ragazza con la quale instaura un’affettuosa amicizia. «Un tardo pomeriggio, sulla spiaggia, ero solo e, guardando il tramonto, ho pensato che quella ragazza mi piaceva molto. Dopo aver riflettuto, però, ho capito che l’amore che avrei donato a una sola persona sarebbe stato limitato. Sentivo il desiderio di amare tutti, in modo particolare i poveri e gli ultimi della società».
Negli anni del Seminario, don Ferrari incontra mons. Giuseppe Rossi, che diventa suo padre spirituale e, tramite quest’ultimo, il Servo di Dio don Luigi Pedrollo, «che mi ha accolto come figlio spirituale per alcuni anni», ha rievocato il sacerdote. Ma a tre mesi dall’ordinazione, ecco un altro provvidenziale incontro: quello con la consacrata laica Amalia Ferrari, che collaborerà al suo fianco prima nella parrocchia di San Tomaso Cantuariense, al servizio dei giovani, poi nella piccola porzione dell’Arsenale in cui don Gianfranco avvia la comunità di San Francesco d’Assisi, di cui sarà il primo parroco, dal 1976 al 1995.
Sono anni molto fecondi, tant’è che il 27 aprile 1975, i due, nella chiesa di San Damiano ad Assisi, offrono la propria vita al Signore per il bene della Chiesa e dei sacerdoti, e il 31 maggio dello stesso anno fanno nascere l’Opera dell’amore sacerdotale, un cammino di comunione tra le diverse vocazioni (fraternità, sposi, animatrici e animatori di comunità cristiana), dalla quale nel 2022, in via Mameli, ha origine anche Casa Amalia, dedita all’accoglienza dei parenti dei malati ricoverati nel vicino ospedale.
Copiosa la gratitudine è stata espressa a mons. Ferrari dai fedeli delle diocesi pugliesi di Oria e di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, così come da Zenti e da Pompili, che nell’Opera di Gianfranco e Amalia ha letto la stessa dimensione duale cui riconduce la festa dei due fondatori della Chiesa di Roma. «Appena ordinato presbitero – ha riassunto il Vescovo – don Gianfranco incontra Amalia, che chiede di essere guidata spiritualmente. Dopo aver opposto qualche resistenza, lui accetta, e così i due cominciano a sperimentare di essere “insieme” nella preghiera, nella carità fraterna e nel servizio alla Chiesa e già il 31 maggio 1975 intuiscono, nella preghiera, che il Signore attende dal loro cammino spirituale un’opera che metterà in luce tre relazioni fondamentali: quella tra il sacerdote e la donna; quella della fraternità tra uomini e donne che, in virtù del battesimo, intendono vivere il sacramento del matrimonio e la vita ecclesiale come corresponsabili; quella tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio battesimale».
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