A Bardolino restaurata e consolidata la chiesa con l’aiuto dell’8xmille

di REDAZIONE

È un punto di riferimento per i fedeli, ma anche un richiamo per le migliaia di turisti che ogni anno frequentano Bardolino. La chiesa parrocchiale dei santi Severon e Nicolò in piazza Matteotti, a breve sarà “spacchettata”: scompariranno cioè le impalcature che ricoprono la facciata, riportata al suo antico splendore. Ma questa è solo una parte dei lavori finalizzati al consolidamento strutturale e al restauro conservativo dell’edificio sacro, iniziati nell’ottobre del 2022.

È infatti agli sgoccioli il primo stralcio di interventi, autorizzato dalla Soprintendenza di Verona e seguito dall’Uffiico beni ecclesiastici della Diocesi: a promuoverlo è stata la parrocchia, che ha potuto contare su un contributo di 280mila euro arrivato dalla Cei (Conferenza episcopale italiana), grazie ai fondi raccolti con le firme dell’8xmille alla Chiesa cattolica.

«Un aiuto importante, di cui siamo grati, che ci ha permesso di avviare l’intervento, reso necessario date le gravi condizioni di deterioramento della chiesa – sottolinea don Flavio Miozzi, parroco di Bardolino dal 2019 –. Nel complesso, questo primo stralcio ha comportato una spesa di 872mila euro, coperta oltre che dall’8xmille anche dalla generosità dei parrocchiani; inoltre, ha contribuito la recente vendita al Comune del Teatro Corallo, che ci permetterà di restaurare pure l’edificio che ospita l’emporio della solidarietà e il Centro aiuto vita, ricavando delle aule per il catechismo dotate di servizi igienici e ascensore». Un contributo è stato richiesto di recente al Ministero della cultura.

A seguire come capopro- getto i lavori, affidati all’im- presa Lavelli Costruzioni, è stato l’architetto Gualtiero Rizzi. «In considerazione della complessità dei meccanismi di dissesto e di degrado presenti, gli interventi sono stati organizzati in tre stralci, funzionali alle priorità – spiega –. Questo primo stralcio, in dirittura d’arrivo, ha interessato il pronao, la navata e la cupola; in previsione ce ne sono altri due, riguardanti i transetti e l’abside, per i quali stiamo attendendo le autorizzazioni necessarie».

Nel concreto, il cantiere degli ultimi venti mesi ha permesso di rendere più stabile la chiesa, costruita dal 1830 al 1844 su disegno dell’architetto Bartolomeo Giuliari e consacrata l’8 luglio 1891. «La parte più impegnativa è stata senz’altro quella del consolidamento dell’edificio, che nel corso del tempo aveva mostrato dei segni di assestamento – spiega l’architetto, mostrando le foto di due crepe molto profonde presenti ai lati e spiegando che la sarcitura delle lesioni è stata fatta con la tecnica dello “scuci-cuci” –. Inoltre sono state posate delle catene di rinforzo longitudinali lungo la navata, mentre nella facciata sono stati posati dei paletti di ancoraggio alla muratura».

Anche le trabeazioni lignee hanno riservato qualche sorpresa in più alle maestranze, rivelando una situazione strutturale diversa da quanto rilevato in fase di diagnostica. «Abbiamo lavorato su tutte e quattro le campate, anziché soltanto su una, come si pensava all’inizio, “impacchettandole” fra due piastre di acciaio», riferisce il direttore dei lavori.

Sono stati poi consolidati gli intonaci delle volte e gli apparati lapidei del pronao, da cui in passato si erano distaccati dei pezzi, per fortuna senza danno alle persone; anche gli apparati pittorici, risalenti al 1901- 1902 e opera di Attilio Trentini e Giovanni Bevilacqua, sono stati restaurati. «Siamo molto soddisfatti dei lavori, che ci riconsegnano una chiesa ancora più bella e solida», conclude il parroco.