Sorelle della Sacra Famiglia: 50 anni di missione "ad gentes"
di SUOR RITA BONI
Il giubileo è l’occasione per fare memoria del tempo vissuto firmato dai tratti della presenza di Dio
di SUOR RITA BONI *
Sollecitato dal Concilio Vaticano II che, spinto dal vento dello Spirito, ha spalancato le porte della Chiesa, anche il nostro Istituto, 50 anni fa, era il 1972, ha oltrepassato i confini dell’Italia per andare nel Nord-est del Brasile, a Santa Luzia del Maranhão.
Le prime quattro Sorelle sono partite con generosità e disponibilità senza sapere dove andavano, fidandosi di chi le inviava: il Signore e quel vento dello Spirito che, a Verona, aveva il nome del vescovo mons. Giuseppe Carraro. Celebrare il Giubileo per noi Sorelle della Sacra Famiglia, significa fare memoria di questo cammino, dei segni che il Signore ci ha mostrato e delle meraviglie che ha compiuto con noi e attraverso di noi, pur nella povertà delle nostre risorse. Segni e meraviglie che non devono essere perduti!
È necessario fare memoria per vivere il presente, per sentire che il Signore ci ha accompagnate e ci accompagnerà nel Suo futuro. L’apertura verso la missione ad gentes è stato un momento decisivo per la nostra congregazione. La partenza per raggiungere altri Paesi del mondo ha spalancato un pezzo di cielo su di noi, uno sprazzo di luce che vogliamo riflessa nel cammino di quest’anno. Viene spontaneo il grazie per quanti e quante si sono spesi nella e per la missione.
A seguire si sono aperti altri orizzonti: Filippine e Mozambico. Papa Francesco dice che la disponibilità ad “essere missione” è la vocazione di ogni battezzato, di ogni consacrato e quindi di ogni Sorella della Sacra Famiglia. Non può esistere un credente, un cristiano, se non è aperto alla missione, se non sente che ciò che l’altro fratello o sorella vive, mi appartiene e provoca la mia vita. Non possiamo ignorare questa fraternità universale! È quanto noi siamo chiamate ad annunciare, a vivere e a testimoniare oggi per renderla significativa.
Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium scrive che “può essere missionario solo chi si sente bene nel cercare il bene del prossimo, chi desidera la felicità degli altri. Questa apertura del cuore è fonte di felicità” (n. 272). Non possiamo allora negare che la ricerca da parte di tutti di essere felici e di vivere la gioia, trova risposta nel farsi dono agli altri. Madre Leopoldina Naudet, la nostra fondatrice beatificata nel 2017, ci sollecitava ad andare “ovunque si speri maggior servizio di Dio”, là dove la gloria di Dio vuol dire rendere il fratello e la sorella più felici, più gioiosi, perché la vita si è caricata di dignità.
Celebrare il Giubileo è l’occasione per fare memoria di un tempo vissuto, firmato dai tratti della presenza di Dio, Signore della storia e del tempo, vicino ad ogni situazione della vita, accanto ad ogni uomo e ad ogni donna. Il Signore, nostro compagno di viaggio, Luce per discernere dove oggi siamo chiamate a vivere la nostra prossimità. Vorrei esprimere la mia gratitudine al Signore per questa sua presenza, a tutte le Sorelle che sono partite, all’istituto che si è fidato di quanto lo Spirito suggeriva alla Chiesa.
Un grazie che si fa invito a ripartire, ad uscire, a superare i confini, gli orizzonti ristretti e andare là dove Lui ci orienterà. Allo Spirito chiediamo di accompagnarci in questo nuovo viaggio che non sarà facile, ma che ci riporterà la vita. Lo dice la Chiesa, lo dice papa Francesco, soprattutto ripartiamo sicure perché precedute da Gesù, Maria e Giuseppe, famiglia sempre in cammino.
(Nella foto: dall’alto verso il basso suor Michelina Baietta, suor Giselda Vendramin, suor Maria Rosa Guarato, suor Adriana Pozzani in partenza nel 1972 per il Brasile)
* Superiora generale delle Sorelle della Sacra Famiglia
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