“Siamo stati colpiti ma non abbattuti. La cattedrale rivivrà”
Migliaia di persone si sono unite nella Chiesa di Saint-Sulpice per la celebrazione della Messa crismale, a due giorni dall’incendio della cattedrale Notre-Dame. “La cattedrale è in parte caduta. La cattedrale rivivrà. Rinascerà”, ha detto l’arcivescovo di Parigi mons. Michel Aupetit
“La cattedrale è in parte caduta. La cattedrale rivivrà. Rinascerà. Siamo nella Settimana Santa, la settimana in cui celebriamo la morte e la resurrezione di Cristo. Crediamo alla Resurrezione. Ma crediamo anche a tutto ciò che il Signore ha fatto per noi. La cattedrale rivivrà. Ne sono sicuro”. Con queste parole cariche di speranza – dopo giorni di lacrime e smarrimento – l’arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit, ha accolto le migliaia di persone, fedeli e autorità politiche che hanno riempito la Chiesa di Saint-Sulpice di Parigi per la celebrazione della Messa Crismale. La chiesa di Saint-Sulpice è la più grande di Parigi dopo Notre-Dame, e può contenere almeno 2mila persone. Uno schermo gigante è stato messo sul piazzale antistante, per coloro che non sono riusciti ad entrare all’interno. Nelle prime file, sono seduti tutti i sacerdoti e i diaconi dell’arcidiocesi che con i vescovi concelebranti hanno rinnovato le loro promesse sacerdotali. I religiosi e le religiose delle diverse congregazioni. Molte le autorità politiche presenti. Seduta in prima fila Brigitte Macron, la cui presenza – ha detto l’arcivescovo – è il segno della “sua attenzione per la comunità cristiana”. E con lei il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, che fin dalle prime ore in cui è scoppiato l’incendio ha presidiato l’area della cattedrale. E poi, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, “profondamente toccata dalla perdita, provvisoria, della cattedrale” e la presidente della Regione Ile-de-France. Con un grande applauso sono stati salutati il cardinale André Vingt-Trois e il rettore-arciprete della cattedrale Notre-Dame, mons. Patrick Chauvet.
“la messa crismale certamente riveste quest’anno un aspetto particolare”, ha detto l’arcivescovo. “Non siamo nella nostra cattedrale madre.
“So che molti hanno pianto”. La cattedrale è “la casa di Dio” e per questo anche “casa di tutti”.
L’arcivescovo ha ricordato con gratitudine i messaggi di solidarietà che sono arrivati in questi giorni, anche da diversi paesi del mondo. “Tutta la Francia – ha detto – ha manifestato la sua tristezza, la sua emozione ben al di là della nostra comunità cristiana”. Al dolore della Chiesa cattolica di Francia si sono unite anche le comunità di altre religioni, “condividendo con noi la loro sofferenza”. “Questo immenso slancio comune di solidarietà – ha detto mons. Aupetit – ci rasserena. Ci mostra che abbiamo portato un messaggio che va oltre all’estetismo di un’opera d’arte in pietra”.
La messa si è svolta in un clima di profonda intimità. Molto toccanti alcuni momenti, come la consegna dei nomi dei catecumeni e dei sacerdoti e religiosi che si consacreranno quest’anno, alle superiori delle comunità contemplative presenti a Parigi. Il rinnovamento delle promesse sacerdotali e la benedizione dell’olio. Nell’omelia, l’arcivescovo ha ripreso il suo messaggio di speranza.
“La nostra cattedrale è in ginocchio. Siamo stati colpiti ma non siamo stati abbattuti”.
“Tutte le reazioni che ci sono state nel mondo, lo mostrano. Tutti coloro che si sono messi in preghiera, i giovani che si sono dati appuntamento qui a Saint-Sulpice ieri e ancora a Saint-Michel mostrano che la Chiesa è sempre in piedi”. “In questo cammino di Pasqua noi celebriamo la morte e la resurrezione di Cristo”, ha detto mons. Aupetit. “Ecco perché noi sappiamo che la nostra cattedrale, anche lei resusciterà”. “Potremo parlare in questo tempo di Pasqua, di resurrezione certa ma bisogna – ha aggiunto – anche rinnovare la Chiesa, che tutti i battezzati che hanno ricevuto l’unzione di Cristo, nel giorno del loro battesimo, ritrovino il fervore dell’inizio, rivivano la grazia che hanno ricevuto”. La missione a cui i cristiani sono chiamati oggi è quella di costruire – come diceva Giovanni Paolo II – “la civiltà dell’amore”, avendo coscienza di quanto ha sottolineato papa Francesco che “non attireremo le persone per proselitismo ma per attrazione”. “Insieme con il dono dello Spirito, noi ricostruiremo la nostra Chiesa. Affidiamoci – ha concluso l’arcivescovo – a Notre-Dame che è sempre stata in piedi, anche sotto la croce. Sì, in piedi. È lei la Tutta Bella. Sì. Notre-Dame di Parigi, prega per noi”.
(Foto: AFP/SIR)
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