La testimonianza che diventa profezia
di PAOLO ANNECHINI
Ben tredici iniziative di animazione in presenza nelle parrocchie e nei vicariati per l’ottobre missionario
di PAOLO ANNECHINI
Quest’anno le iniziative per l’ottobre missionario nella nostra diocesi arrivano a tredici, curate da parrocchie e/o vicariati. Si è partiti il 19 settembre con la presenza del comboniano padre Christian Carlassare nelle parrocchie di S. Lucia Extra e di Cerro Veronese, si chiuderà il 25 ottobre a Villafranca. Nel mezzo gli eventi del Camploy, a Cadidavid, a Isola della Scala, ad Albaredo d’Adige e altri ancora.
«Quest’anno abbiamo puntato molto sul fare incontri in presenza. Veniamo da un periodo difficile, la pandemia ha condizionato le relazioni, anche per noi è importante tornare nelle piazze, nelle chiese, nei teatri con una proposta in presenza di animazione missionaria», dice don Giuseppe Mirandola, direttore del Centro missionario diocesano. «Per questo ringraziamo molto le parrocchie, i gruppi missionari, i vicariati che hanno accettato la proposta di organizzare una serata di animazione nell’ambito dell’ottobre missionario, come segno che la dimensione missionaria è ben presente nella pastorale diocesana».
«Il tema che papa Francesco ha proposto per quest’anno missionario, “Testimoni e profeti. Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”, è la continuazione logica dell’“Eccomi, manda me” dello scorso anno», dice don Dario Vaona, vicedirettore del Cmd. «Se l’anno scorso abbiamo riflettuto sull’importanza della risposta alla chiamata del Signore, quest’anno veniamo posti di fronte alla grande respon- sabilità dell’annuncio di una Parola che non è proprietà personale o di un gruppo ma del Signore morto e risorto. Siamo invitati, come gli apostoli, a testimoniare quello che abbiamo visto e ascoltato. Non è sufficiente essere testimoni, la Parola ci chiede di esserlo in maniera profetica, ci viene chiesto di vivere quell’unzione che abbiamo ricevuto nel battesimo e confermato nella cresima che ci ha fatto sacerdoti, re e profeti cioè saper leggere la presenza di Dio nella storia».
La caratteristica di queste serate di animazione missionaria sul territorio in occasione dell’ottobre missionario è proprio quella di decentralizzare la proposta facendole assumere l’abito di quel territorio, di quel luogo. «Ecco quindi – continua don Mirandola – che a fianco del tema generale, uguale per tutti, è il territorio che diventa protagonista con l’associazione, il gruppo missionario, il missionario stesso che è partito da quel luogo e con quella comunità mantiene forte un legame. È un voler avvicinarsi alla gente, ai tanti missionari veronesi presenti nei continenti per farli diventare protagonisti nel racconto di storie, situazioni, vissuti».
Quella delle aperture dell’ottobre missionario è la prima tappa del cammino di animazione della pastorale missionaria. Segue, sempre nel mese di ottobre, la Veglia missionaria dell’invio il 15 ottobre e la celebrazione della Giornata missionaria mondiale domenica 24 ottobre.
(Foto Siciliani-Gennari/SIR)
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