Chiesa
stampa

Buona Pasqua! La vita può sempre risorgere

di DON ANTONIO SCATTOLINI

Il Cristo Re accompagnerà la visita papale del 18 maggio

Buona Pasqua! La vita può sempre risorgere

di DON ANTONIO SCATTOLINI

Il Crocifisso di Lao K. realizzato nel 1982 per la chiesa di Cristo Risorto in San Martino Buon Albergo è, per dirla con le parole di Nino Cenni, “un’immagine nuova, colma di antica suggestione e cultura”. Infatti, questo Crocifisso recupera l’iconografia del Cristo Trionfante (antica di quindici secoli), e ce la traduce con felici intuizioni, in un linguaggio moderno e chiaro, in modo tale che anche un bambino ne resterebbe “evangelizzato”.

Ed è proprio per questo motivo, al di là di altre annotazioni estetiche meritevoli di menzione che questo Crocifisso colpisce e che va letto come “memoria pasquale”, come vera e propria “icona biblica”. Questa opera ci dona una visione completa del mistero pasquale di Cristo nei due versanti di morte e di gloria. Non sono molti i crocifissi capaci di farlo senza scadere da una parte o dall’altra. Questa immagine ci ricorda che la prima parola di Gesù non è “croce” ma… Beatitudine e Regno offerti all’umanità (gioia, pace, giustizia…); e l’ultima parola non è “morte” ma… “Risurrezione”.

La Buona Notizia, l’Evangelo è proprio il Regno annunciato e compiuto da Cristo, dall’inizio alla fine, come vittoria sul male e sulla morte. Guardando questo volto coronato siamo aiutati a comprendere che il Dio che Cristo annuncia e testimonia, non è un “dio” che mette in croce l’uomo, ma un Padre che viene incontro, cura, perdona, libera e salva l’uomo togliendolo dalla croce e donandogli dignità: certo, fino al Venerdì Santo si poteva sempre temere che Dio abbandonasse l’uomo ma ora, dalla domenica di Pasqua, abbiamo capito che la Croce è la via della gloria. Questo ci raccontano i colori e le forme di questo Crocifisso, in fedeltà ai racconti dei Vangeli.

Tuttavia la Croce è dramma, è dolore, è sangue. Questa realtà ci viene riproposta dalle piaghe fluorescenti. È il mistero del rifiuto di Cristo: prima l’incomprensione, poi lo scandalo, poi la sua scomunica, la cattura, il processo, la tortura, infine la crocifissione. La Croce resta prima di tutto espressione di un rifiuto che diventa violenza omicida. I Vangeli ci narrano anche che Gesù reagisce a questo rifiuto: rattristato per la durezza dei cuori, resta tuttavia fedele a sé, al Padre, agli uomini. Denuncia il peccato ma invoca il perdono per i suoi persecutori, come esprime questa mano destra… quasi una carezza. Gesù dunque non si arrende né si dispera, non reagisce con violenza, non cerca compromessi, non fugge, decide di offrire la sua vita come espressione di libertà e fedeltà. La sua natura umana, simboleggiata dall’osso, è chiamata ad affrontare con tutta la creazione (corallo) il trauma della morte e della fine del progetto-Regno: è la grande Tentazione dell’Orto del Getsemani. Ma Gesù si rialza dalla prostrazione mortale che lo assale. Se lo guardiamo da sotto, il Gesù di Lao K. è ben eretto, in posizione tutta verticale: ci viene cioè mostrato rialzato, innalzato da Dio (cfr. Giovanni 3,14). Nella situazione di peccato e di rifiuto, il Regno può venire solo così, col suo martirio, restando fedele, costi quel che costi.

L'articolo completo è su Verona Fedele del 31 marzo 2024.

Tutti i diritti riservati
Buona Pasqua! La vita può sempre risorgere
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento