Viaggio tra gli “amici” che collaborano con l’uomo
di SILVIA ALLEGRI
I cani ci proteggono, i muli ci aiutano: ma c’è molto di più...
di SILVIA ALLEGRI
Testardo come un mulo, matto come un cavallo, stupido come una gallina, sporco come un maiale, opportunista come un gatto, solo come un cane…
I modi di dire rispecchiano spesso grandi verità, ma quelli che riguardano gli animali sono diventati ormai merce superata. Abbiamo ereditato dai nostri antenati, nel corso dei millenni, tante credenze che hanno contribuito a creare una serie di pregiudizi nei confronti degli altri esseri viventi. E in effetti, solo pochi decenni fa (tolte rare eccezioni) il contatto con gli animali avveniva quasi esclusivamente solo per fini utilitaristici e nell’ambito di contesti rurali.
Erano lontani, insomma, i tempi che avrebbero visto sempre più esseri viventi non umani avere un ruolo da protagonisti nella vita quotidiana e nelle attività più disparate. Di sicuro in questi ultimi anni ha preso il via un approccio agli animali decisamente rivoluzionario rispetto al passato, grazie agli studi di etologia che hanno iniziato a offrirci informazioni che costringono a rivedere la nostra idea rispetto al vastissimo universo di creature non umane che ci circondano.
Ma c’è un’altra ragione che ha portato a questo cambiamento. Una società ormai trasformata negli assetti familiari e la vita frenetica che affligge il mondo occidentale hanno spinto un numero sempre più alto di famiglie a cercare la compagnia degli animali preferendola, talvolta, perfino a quella umana. Il motivo è semplice: gli animali non fingono, si rivelano nella loro autenticità e la loro assenza di filtri e sovrastrutture li trasforma in figure rassicuranti e autentiche, capaci di generare benessere e risvegliare emozioni intense con la loro semplice presenza.
Parallelamente etologi, biologi e scienziati stanno mettendo in risalto le doti degli esseri viventi che ci circondano, riservandoci continue sorprese e rivelazioni. Insomma, l’antropocentrismo sembra ormai un concetto datato. E a ricordarcelo è l’etologa e ricercatrice Emmanuelle Pouydebat, esperta di evoluzione del comportamento, nel suo libro L’intelligenza animale. Cervello di gallina e memoria d’elefante (Corbaccio – Garzanti, prima edizione 2018). “Non necessariamente l’evoluzione comporta complessità”, scrive. Anzi, ci ricorda un’amara verità: “L’uomo ha fatto così tanti danni al proprio habitat da essere l’unico animale a dover conquistare un nuovo ambiente, quello extraterrestre, per poter sopravvivere a lungo termine”.
In attesa di scoprire, allora, se ci saranno altri pianeti disposti a ospitarci, può essere utile guardare al mondo animale con altri occhi e farsi stupire piacevolmente da piccoli fenomeni che spesso vengono percepiti infinitamente lontani, pur riguardando abitanti del pianeta che vivono al nostro fianco. Scopriremo allora che le lucertole hanno una memoria spaziale elevatissima che consente loro di difendere il territorio; le api sanno cosa mangiare per auto-medicarsi e proteggersi dai parassiti, i corvi utilizzano strumenti che si fabbricano su misura per catturare i vermi nelle cavità dei tronchi. E ancora, cince, ghiandaie e cornacchie immagazzinano fino a 40mila semi in migliaia di nascondigli, e a mesi di distanza ricordano perfettamente ogni singolo albero.
E senza spostarci dal divano di casa nostra, guardiamo il nostro cane: non importa di che razza sia, nel suo naso sono localizzati 300 milioni di recettori olfattivi, contro i 6 milioni del naso umano. Dobbiamo ringraziare, allora, Konrad Lorenz, lo studioso viennese che nel 1949 pubblicò il libro L’anello di Re Salomone, un classico dei classici che lo rese il padre fondatore dell’etologia, la scienza che studia il comportamento degli animali. Salomone, racconta la leggenda, aveva un anello magico che gli dava il potere di parlare agli animali e capire il loro linguaggio. Come lui, ma senza anelli e altre stregonerie, Lorenz dedicò la sua vita allo studio e all’osservazione degli animali che trascorrevano le giornate insieme a lui, dai cani agli uccelli, dai pesci alle volpi. E fu il primo a studiare il fenomeno dell’imprinting: grazie alla strettissima relazione che lo studioso aveva allacciato con gli animali addirittura da prima che nascessero, essi lo consideravano uno di loro. Al punto che veniva considerato una mamma dalle sue oche, che in una foto leggendaria lo circondano mentre è immerso nell’acqua di un lago, ricordandoci lo straordinario potere della relazione non verbale.
Le sue ricerche hanno aperto nuove prospettive in altre discipline, dalla sociologia alla psicologia, inducendo gli studiosi a riconoscere come elemento indispensabile per rileggere alcuni comportamenti umani gli stimoli provenienti dal mondo animale. Dobbiamo molto a tanti di loro, e facendo un viaggio nel tempo scopriremo quanto il supporto degli animali sia stato decisivo in fasi cruciali della storia dell’umanità.
Senza i cavalli non si sarebbero costruite le ferrovie in America e i cow-boys non avrebbero fatto tanta strada. Senza i gatti, il cibo nelle cantine e nelle stive delle navi sarebbe stato divorato dai topi. Senza i cani, molti ladri sarebbero entrati agevolmente nelle case. Senza gli asini non si sarebbero mosse le macine dei mulini e gli spostamenti dalla campagna alla città sarebbero stati impossibili da affrontare. Senza i muli, i soldati della Grande Guerra avrebbero avuto una vita ancora più difficile. Certo, molti animali continuano ancora oggi a rivestire gli stessi ruoli del passato. Ma le cose stanno cambiando, perché la scoperta delle loro molteplici potenzialità ha permesso di creare nuove relazioni con queste creature, che si confermano preziose alleate dell’essere umano, ma con funzioni decisamente diverse.
Dunque i cani, col loro olfatto potentissimo, si trasformano in animali salvavita nella ricerca di dispersi in caso di calamità naturali e per pazienti con malattie croniche, e si confermano ineguagliabili compagni di giochi e passeggiate per le persone di ogni età; gatti, conigli e canarini hanno un ruolo da protagonisti nelle case di riposo, regalando momenti di spensieratezza agli anziani e aiutandoli a mantenere accesa la voglia di vivere.
E ancora, gli asini sono affidabili collaboratori nelle attività coi bambini, accompagnando i più piccoli in un percorso di crescita a stretto contatto con la natura all’insegna dell’empatia e del rispetto reciproco; e le galline, da umili abitanti dell’aia, riescono a stupire grandi e piccoli con la loro attitudine alla comunicazione e al contatto con l’altro che aspetta solo di essere valorizzata. Sarà difficile, dopo aver scoperto le enormi doti e potenzialità degli altri esseri viventi, pensare ancora che essi siano inferiori all’uomo. Iniziamo, allora, un viaggio nel mondo animale con occhi nuovi: prepariamoci a grandi sorprese.
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