Tre detenuti preparano sedia, leggio e pedane per il Pontefice
di REDAZIONE
Con la supervisione della cooperativa sociale Reverse
di REDAZIONE
Stanno lavorando febbrilmente per rispettare le scadenze e gli impegni presi nei riguardi della committenza e stavolta sono anche appagati, perché i loro sforzi sono al centro di un’attenzione mediatica che finora non si era mai manifestata in tale misura. Stiamo parlando del laboratorio di falegnameria che Reverse Cooperativa Impresa sociale gestisce in carcere; e dei tre detenuti che in esso operano.
Sono un italiano, un marocchino e un rumeno. In questi giorni sono occupati a trasformare in arredi i quasi quattro metri cubi di varie essenze lignee (principalmente larice, ma c’è anche legno proveniente da scarti produttivi), fedeli all’impegno di Reverse di lasciare, con la sua attività, la minore impronta possibile sul pianeta. Dalle loro mani e dalle loro macchine utensili usciranno la poltrona del Pontefice in Arena, le poltroncine laterali, il leggio e le pedane rialzate riservate rispettivamente al Papa, ai suoi ospiti-accompagnatori, allo speaker e ai musicisti.
I tre sono coordinati da Michele Pistaffa, di Reverse, che è il responsabile della falegnameria in carcere e stanno dando vita al progetto di Nicola Gastaldo, architetto di Reverse. Federica Collato, attuale presidente della Cooperativa, è stata sentita dal nostro settimanale per capire come stanno vivendo questi giorni frenetici nel corso dei quali si è acceso su di loro il faro dei mezzi di comunicazione: «È del tutto vero che i nostri colleghi detenuti stanno vivendo un momento particolare, se non altro per il fatto che nessuno di loro, quando è entrato a far parte della falegnameria, pensava che un giorno avrebbe lavorato alla poltrona di papa Francesco! Sono tutti partecipi del progetto e collaborano fattivamente per la sua riuscita, sensibilizzati anche dall’atmosfera che si sta creando per l’arrivo del Papa in città e in carcere, visto che andrà a fare loro visita. Stiamo vivendo tutti assieme dei giorni straordinari, consapevoli di dare il nostro contributo a quella che sarà una giornata storica per Verona e per la comunità che chiede giustizia e pace».
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