Serve un nuovo sistema
I debiti contratti vanno ripagati, e già non riuscivamo a far fronte ai vecchi
Metti che alla fine i soldi (tantissimi) per finanziare questa gigantesca cassa integrazione nazionale li troveremo: si parla di almeno 50-60 miliardi di euro e ce li presteranno la Bce, l’Unione Europea, i mitici “mercati”, cioè noi. Serviranno per compensare lo stop praticamente ad ogni attività economica che ha coinvolto la stragrande parte degli italiani. Come si farà, non ce l’hanno ancora detto ma confidiamo che un modo equo e rapido si trovi.
Casomai i problemi sono altri. Il primo è capire quanto sarà lungo il blocco totale dell’economia, aggravato dal fatto che non è solo la nostra a fermarsi. Quando si paralizza tutto il mondo, è difficile vendere Prosecco e alta moda fuori dai nostri confini. Ma la vera incognita è un’altra: questi debiti contratti vanno ripagati. E già non riuscivamo a far fronte ai vecchi. Nessuno ci regalerà soldi – ovviamente – e in qualche modo poi andranno restituiti.
L’Italia pre-Covid non saprebbe come fare. Per una manovra di bilancio di pochi miliardi, si inchiodava per mesi e poi s’inventava mirabolanti incassi da “lotta all’evasione” e da “vendita immobili pubblici” per far quadrare i conti. Mai nulla di strutturale per riavviare un Paese che ha smesso di produrre nuova ricchezza dai primi anni Novanta; giusto il gioco delle tre carte per chiudere la partita del bilancio e lasciare ai governanti futuri – alle generazioni future – il conto finale da pagare.
Ma almeno eravamo inchiodati a un certo livello di debiti, con la (quasi) proibizione di farne altri. Ora il virus ha infettato questo sistema, rendendolo archeologico e inutile. Occorreranno una gestione più oculata delle risorse pubbliche – e già lì… –; un vero stimolo a una ripresa economica forte – non bastano parole dette in aula parlamentare; una rivoluzione fiscale che obblighi tutti a pagare il costo della sanità e dell’istruzione, e sgravi consistenti a chi finora l’ha pagato pure per milioni di evasori fiscali.
Si può fare? Certo, ci riescono addirittura fragili repubbliche sudamericane. Si vuole fare? Ah, questo quesito va girato alle forze politiche. Se non saranno in grado di farlo, la Terza repubblica decadrà rapidamente per una Quarta che vedrà o l’emergere di un De Gaulle nostrano, o l’immergersi in una prospettiva argentina.
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