Sempre più madri veronesi in condizioni di difficoltà
di MARTA BICEGO
Per questo hanno bussato alle porte del Centro aiuto vita Verona le cui attività non si sono mai fermate. Anzi, i bisogni aumentano
di MARTA BICEGO
Cinquanta nuovi casi, molti dei quali hanno i volti di cittadini italiani in crisi economica grave, supportati nell’affrontare spese per affitti, bollette e beni di prima necessità. «Abbiamo voluto dare un segnale di vicinanza a una situazione per noi inedita», la definisce così Paola Cinquetti, direttrice del Centro diocesano aiuto vita di Verona. Si è verificata tra i mesi di marzo e di aprile ed è da ricondurre agli effetti della pandemia, che ha mutato (e non certo in meglio) le condizioni di tante famiglie e quindi le risposte all’urgenza da parte dell’associazione.
In realtà, le attività sono state rimodulate per garantire la sicurezza, ma non si sono mai fermate. Anzi, i bisogni sono e saranno in aumento. Alle donne in gravidanza, ai nuclei familiari e alle madri sole con bimbi piccoli già seguiti si sono aggiunte altre donne che hanno trovato il coraggio di bussare alla porta della struttura diocesana che orienta ai servizi e opera in rete con i vari centri aiuto vita del territorio, le istituzioni pubbliche e la Caritas veronese per dare soluzioni immediate e strutturate.
«Tutto si compie attraverso una fitta rete di relazioni, attestate anche dall’attività dei nostri volontari per accudire, difendere e sostenere la vita nascente. Perché, come ci ricorda papa Francesco, “l’amore è la vera libertà”», evidenzia il presidente Paolo Lonardi. «Siamo ben consapevoli che quello che potremo fare è un dono che la vita ci dà, di cui dobbiamo sempre essere grati», rimarca.
Mai come adesso è fondamentale creare sinergie e rinsaldare legami, per far in modo che l’emergenza sanitaria non si traduca in emergenza di vita. Succedeva prima, a maggior ragione si verifica adesso, come rivelano i numeri della solidarietà che ogni anno in occasione della Giornata per la vita vengono messi uno accanto all’altro, disegnando i contorni di un’opera solidale molto articolata. «Nel 2020 il Centro con sede in via Betteloni ha seguito 390 casi. Per i beni di prima necessità come pannolini, alimenti per l’infanzia e latte, vestiario e attrezzature sono state effettuate 3.314 consegne», fa sintesi la direttrice Cinquetti.
Per forza di cose, i percorsi formativi e di inclusione lavorativa, pensati per restituire dignità e autonomia alle mamme prese in carico, hanno avuto un rallentamento. Dettato dalle esigenze dei tempi, sottolinea l’assistente sociale Giuseppina Boateng, «è stato il potenziamento del supporto psicologico telefonico nel periodo del lockdown, indirizzato in particolare alle ospiti degli appartamenti e alle madri sole. Le donne si sono sentite accolte, anche se in una condizione di isolamento. Alcune hanno perso il lavoro perché impiegate come colf oppure in alberghi, altre sono entrate in cassa integrazione. Del resto, le lavoratrici precarie sono le prime a essere lasciate a casa e saranno le ultime a ricollocarsi».
Situazioni non facili da digerire, specialmente quando le preoccupazioni e i problemi da affrontare sono tanti. Per questo alcune madri sono state affiancate da educatrici a domicilio con il supporto delle quali hanno imparato a gestire il quotidiano, lo studio dei figli, la didattica a distanza.
Continua inoltre il servizio di accoglienza residenziale che il Centro di Verona offre alle donne in gravidanza e alle mamme con bambini presso una comunità di tipo familiare e gli appartamenti gestiti dall’associazione per offrire soluzioni concrete all’emergenza abitativa e favorire il percorso di inserimento sociale. Nello specifico, sono state 17 le mamme e 23 i bambini accolti nel corso del 2020.
A disposizione, per fornire un ulteriore supporto educativo, c’è il micronido dove con impegno si portano avanti le attività per consentire la conciliazione tra lavoro e cura della famiglia.
Per madri sole, in situazione di difficoltà economiche e sociali, c’è infine il progetto nato in ricordo di Chiara, che dal 2014 ha permesso di sostenere in modo mirato e continuativo ben 158 donne.
Testimonianza di generosità da parte di chi sceglie di aiutare il Centro. E un segno di speranza assieme ai 397 fiocchi rosa e azzurri dei neonati venuti alla luce pure grazie ai cuori generosi degli operatori e dei volontari del Centri aiuto vita della nostra diocesi.
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