Paghe troppo basse: soluzioni poco serie
di REDAZIONE
Salario minimo? Misura da scartare. Ma il problema c’è. «Il “lavoro povero” non si combatte così: servono contratti collettivi nuovi e rinnovati»
di REDAZIONE
Una retribuzione minima oraria di 7, oppure 8 o 9 euro (così, senza una logica) sotto la quale non si può andare, prevista per legge. È l’ultima soluzione dei problemi italiani affidati a scorciatoie populiste in questo caso (come in altri) dannose: perché noi italiani abbiamo tanti e buoni contratti collettivi che governano le relazioni industriali. Casomai il problema riguarda quella fetta di “lavori poveri” che oscillano tra paghe misere, sfruttamento, false cooperative e contratti al ribasso, lavoro nero e grigio, tanto precariato. Una situazione reale che va affrontata con intelligenza e con gli strumenti giusti: più controlli, sanzioni contro gli sfruttatori, chiarezza nelle sigle sindacali, estensione dei contratti collettivi assimilabili, sindacalizzazione dei lavoratori per non lasciarli soli in balia dei pescecani. Lo ricorda pure il segretario provinciale della Cisl scaligera in un’intervista: certe scorciatoie parlano solo alla pancia della gente, c’è bisogno di rinnovare i contratti e di adeguare le retribuzioni al reale costo della vita, che sta aumentando di mese in mese.
Analisi e commenti su Verona fedele del 19 giugno 2022 disponibile in edicola e in parrocchia