Motorizzazione civile di Verona a rischio di paralisi per revisioni e collaudi
A lanciare l’allarme il Govi, il Gruppo delle Officine Veicoli Industriali associate ad Apindustria Confimi Verona
Rischia la paralisi la Motorizzazione civile di Verona per quanto riguarda revisioni e collaudi di veicoli industriali. A lanciare l'allarme è il Govi, Gruppo delle Officine Veicoli Industriali associate ad Apindustria Confimi Verona.
«Oggi la Motorizzazione civile di Verona non assegna sufficienti sedute per le revisioni alle officine autorizzate. Riesce a rispondere ad appena il 40% delle richieste avanzate, ciò significa che il 60% dei mezzi rimane escluso. Grandi numeri, se si considera che sia nel 2017 che nel 2018 il numero di revisioni annue effettuate nel Veronese è stato di 22mila unità. Il rallentamento interessa inoltre le revisioni “ripetere”, che si effettuano se il veicolo non ha precedentemente superato i controlli, così come i collaudi. Date queste premesse non c’è modo di operare, anzi si rischia di perdere posti di lavoro», segnala il portavoce del gruppo e responsabile dell’ufficio sindacale di Apindustria, Mario Borin.
Nodo cruciale è la prenotazione: in gergo tecnico “slot”, spazi temporali in cui le officine possono concentrare un certo numero di sedute che devono essere effettuate alla presenza di tecnici abilitati alle operazioni di revisione e collaudo. La revisione entro i termini dei veicoli industriali, che è un obbligo da assolvere con cadenza annuale, slitta per la quasi totalità. Questo significa che dei 22mila mezzi in circolazione a Verona, per l’effettiva impossibilità di accedere ai controlli, gran parte circola con la revisione scaduta, sebbene risulti in regola perché è sufficiente essere in possesso della prenotazione dell’appuntamento. La prenotazione vale solo sul territorio italiano e non all’estero, dove i trasportatori rischiano multe. «Se circolano mezzi non revisionati, di chi è la colpa? Della Motorizzazione che non concede più sedute? Delle officine che non riescono a prenotare?», si chiede Borin, richiamando l’attenzione sul tema sicurezza. E conclude: «Se non si trovano risposte, si rischia di arrivare presto al collasso. Perciò chiediamo quanto prima un intervento politico e il coinvolgimento dei parlamentari veronesi».
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