L’estate senza feste e sagre Pro loco: troppo complicato
Qualche evento c’è, in attesa dell’autunno, ma una stagione così...
Appena una manciata di eventi: nell’estate della pandemia, ne sono stati messi a calendario circa 500 organizzati dalle 535 Pro loco della nostra regione. Numeri differenti rispetto al recente passato, se si considera, per esempio, che lo scorso anno il bilancio dell’Unione nazionale delle pro loco italiane (Unpli) del Veneto riportava ben altre cifre: oltre 5mila manifestazioni svolte con la partecipazione di più di 5 milioni di visitatori e con il coinvolgimento di 70mila volontari.
Sagre, feste, appuntamenti folkloristici ed enogastronomici, incontri, attività culturali: tutto stravolto per effetto del Covid-19. La questione non riguarda soltanto l’obbligo del distanziamento fisico, ma una serie di disposizioni (e di responsabilità) di cui gli organizzatori devono necessariamente tenere conto. Perciò, alla fin fine, sono pochissimi i temerari che si stanno avventurando nel dedalo delle normative governative. E, guardando l’agenda da settembre a fine anno, c’è da prevedere che poco cambierà.
«Qualche Pro loco coraggiosa c’è e qualche sagra è stata organizzata, seppur in versione ridotta. Ma la stragrande maggioranza delle manifestazioni è saltata», sintetizza con una punta di rassegnazione Giovanni Follador, presidente dell’Unpli del Veneto. Alle norme di sicurezza preesistenti, in particolare quelle dettate dalla circolare Gabrielli e dai successivi provvedimenti, se ne sono sommate di nuove per evitare il contagio: «Nella pratica, questo si traduce in costi maggiori a livello di organizzazione e nella presenza di un numero maggiore di volontari, che non è sempre facile reperire. Non ultimo c’è il tema della responsabilità civile, quindi il timore se dovesse emergere un caso di una persona infetta presente a un evento».
Situazioni complicate da gestire che, è facile immaginare, frenano qualsiasi entusiasmo. Insomma: per le Pro loco italiane la battuta d’arresto, capitata pure nella stagione peggiore, non è trascurabile. Con una perdita non quantificabile solo in termini di economie se si tiene conto dell’impegno profuso nel tempo per valorizzare tradizioni, patrimonio culturale o tipicità territoriali lavorando in collaborazione con realtà locali, guide turistiche, operatori economici. Per questo come Unpli, prosegue Follador, «abbiamo spinto gli associati a svolgere comunque degli eventi, sebbene in dimensioni ridotte e preferibilmente all’aperto, nel rispetto delle regole.
Per l’autunno la volontà e la speranza ci sono di riprendere le attività, ma aspettiamo di capire in che modo evolverà la situazione. Fare previsioni è prematuro, quindi al momento investiamo sulle idee...». Nel Veronese si contano sulle dita di una mano le Pro loco che hanno programmato manifestazioni estive, sottolinea Giorgio Zamboni, vicepresidente dell’Unpli del Veneto e referente dell’unione per Verona. Di recente, a Veronella, c’è stata la sagra della Madonna del Carmine; la prima domenica di luglio, a Bolca, la festa della paleontologia. «In Valpolicella invece siamo quasi fermi», riferisce in qualità di referente della Pro loco di San Pietro in Cariano, che ha optato per piccoli appuntamenti su prenotazione. «Molti rinunciano, non ci pensano nemmeno ad avventurarsi nell’organizzazione – aggiunge sconsolato – tra regole di distanziamento e obbligo di mascherine, conteggio delle presenze, uscite separate, distributori di igienizzanti, misurazione della temperatura, raccolta dei nominativi dei partecipanti», che si traducono (anche) in aumento delle spese da sostenere, per esempio per redigere i piani di sicurezza obbligatori, senza avere poi la certezza delle entrate. «È un’estate di pochi eventi e piccoli», chiosa Zamboni, in attesa di orizzonti migliori.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento