L'azzardo non è mai un gioco
Slot machine, video-lottery, gratta e vinci, giochi on line. Sono le principali facce del gioco d'azzardo legalizzato che anche nel Veronese muove cifre nell'ordine delle centinaia di milioni di euro. Ma il dramma della ludopatia è dietro l'angolo. Se ne è parlato in un convegno promosso dall'assessorato ai servizi sociali del Comune di Verona e dal Moica che ha attivato il numero verde 800608586 e il progetto "Messa in sicurezza".
La dipendenza da gioco – ludopatia – è anche a Verona grave come quella da sostanze. Il quadro, pesante, è stato illustrato da in un incontro a Porta Palio con Damiano D’Angelo (ex ispettore di polizia ed ora responsabile dell’ufficio antiusura del Comune di Verona) e dal medico psichiatra Alberto Porta, promosso da Moica Verona, l’associazione che valorizza le donne casalinghe e che è impegnata, come ha raccontato Gabriella Marani, con il Numero Verde 800608586 ed il Progetto “Messa in sicurezza" («senza pestare i piedi a nessuno» ha sottolineato la presidente Anna Vitali).
Numeri pesanti e conseguenze disastrose per i giocatori, le loro famiglie, la società. Le slot sono 1.694 in città e 5.894 in provincia. Le prime sono in 461 esercizi cittadini. Le video lotterie telematiche sono invece 422 e dislocate in 30 sale della città. Altre 1.232 sono in provincia. Ma anche il Gratta e vinci ha effetti devastanti. In città ne sono stati distribuiti 5.387.785 per un valore di 27.581.800 euro, quindi 106,59 euro per ogni veronese, bimbi compresi. In provincia si sale a 113,70 euro pro capite con 20.289.760 tagliandi per un valore superiore ai 105 milioni. A questo quadro bisogna poi aggiungere i giochi on line.
Dietro questi dati vi sono situazioni che possono provocare la disgregazione delle famiglie, la perdita di patrimoni, il ricorso all’usura e agli usurai a breve termine con il raddoppio di piccole cifre in un solo giorno, a medio termine per grandi cifre che favoriscono poi l’acquisizione di imprese e immobili e il riciclaggio del denaro sporco.
Il tutto con l’interesse di uno Stato per nulla etico e con una serie di “inganni” visto che siamo davanti a “trucchi” che rendono il gioco sempre più subdolo ed insidioso e con prospettive di vincita del tutto irrilevanti. I neofiti – ha raccontato il dott. Porta – sono convinti di essere fortunati visto che hanno trovato numeri vicini a quelli delle promesse grosse cifre. Anche questo, quindi, si rivela un meccanismo perverso per invogliare al gioco. E Porta ha illustrato l’attività del Gap, legato all’Ussl, con l’intervento di educatori, psichiatri, psicologi e assistenti sociali per rendere meno pesante la situazione di giocatori e familiari. Perché la ludopatia provoca fenomeni irrimediabili come la rincorsa delle perdite (si gioca per rifarsi) ed anche chi è in cura corre il pericolo di ricadute. Da Porta è arrivato un altro dato sui fruitori del servizio (inviati da parenti o con richiesta autonoma): l’80% è costituito da maschi (il 40% tra i 35 ed i 50 anni). Magari perché il gioco è ritenuto l’ultima risorsa dopo le perdite del lavoro o per i problemi familiari.
Un quadro pesante, quindi, nel quale tutta l’Italia è pesantemente coinvolta: quarto Paese al mondo. Davanti persino alla Gran Bretagna, patria delle scommesse.