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Italiani ma stranieri o stranieri ma italiani?

di REDAZIONE

Un milione di immigrati nati qui, ma per molti anni... L’assurdo status di molti italianissimi “stranieri”. Le regole vigenti sono da rivedere.

Parole chiave: Italia (22), Cittadinanza (5), Immigrazione (22), Ius soli (1), Ius sanguinis (1), Stranieri (11)
Sullo sfondo di un tricolore dell'Italia una goccia simbolica di sangue

di REDAZIONE

Siamo italiani perché nasciamo o viviamo a lungo in Italia? O lo siamo perché abbiamo “sangue italiano”? Per quanto sembri strano, la risposta attualmente giusta è la seconda. Basta avere un lontano prozio veneto affinché un argentino doc si trasformi in un italiano de soca. Mentre un milione circa di minori figli di genitori stranieri, ma nati e vissuti qui, sono appunto considerati stranieri fino al compimento del diciottesimo anno (e oltre). Italianissimi nella vita, nel linguaggio, nella scuola... ma non cittadini tricolori.
Molte proposte di legge sono state avanzate in questi anni per modificare una situazione che forse aveva un senso nel 1991, data dell’ultima legge in materia, mentre ora fa acqua. È una questione anzitutto culturale: è il “sangue” che ci rende quel che siamo? Una visione ottocentesca, quasi razziale, che va giustamente contemperata con norme chiare e selettive sugli ingressi nel nostro Paese; ma la normativa deve tenere conto che ormai ci sono 5 milioni di “stranieri” nel nostro suolo, che siamo alla seconda generazione e presto alla terza. Regole chiare, ma anche logiche e umane.

Su Verona fedele del 27 febbraio 2022 disponibile in edicola e in parrocchia si spiega il problema e si raccontano le testimonianze

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