Demolire la guerra costruendo la pace
di REDAZIONE
Si vince la battaglia rendendo la violenza inconcepibile. «Bisogna svirilizzare la guerra e costruire una pace che la cancelli»
di REDAZIONE
È bello il pacifismo che sfila tra le vie di Assisi per chiedere la pace. Ma questa va costruita giorno per giorno per rendere la guerra un tabù, come ci spiega la filosofa Adriana Cavarero: anche la schiavitù un tempo era “normale” e ora non più. Pensavamo, noi europei, di avere allontanato i conflitti per sempre dalle nostre terre (disinteressandoci un po’ a quelli lontani da noi: vedi l’oblio caduto immediatamente sull’Afghanistan). Pensavamo, noi europei, che la Jugoslavia fosse stata solo una parentesi in mezzo a un lungo periodo di pace, tale da farla considerare ormai acquisita per sempre. È bastato il classico dittatorello per farci ripiombare dentro bombardamenti, violenze, profughi. La geopolitica ha le sue “ragioni” e sembra che in realtà il Novecento non sia ancora finito. Potrebbe invece finire questa mitizzazione della violenza come corretta espressione della “virilità” di un individuo, di una società. È un lavoro culturale che dobbiamo ricominciare a fare, più decisamente. O l’Ucraina sarà un’altra parentesi aperta, di cui non conosciamo la data di chiusura.
Analisi ed intervista su Verona fedele del 1 maggio disponibile in edicola e in parrocchia.