Chi ci aiuta ad investire con giudizio?
di NICOLA SALVAGNIN
Come destreggiarsi nella selva degli investimenti? Come difendersi senza rischiare di perdere molto se non tutto?
di NICOLA SALVAGNIN
In questi tempi di inflazione, è doveroso cercare di investire i nostri risparmi per cercare di ottenere qualche interesse: non tanto per speculare, quanto appunto per difendere i risparmi stessi. Inflazione significa che i nostri sudati 100 varranno 95 dopo un anno di carovita al 5%. E via continuando.
Quindi la strategia del materasso – dei soldi lasciati in banca, in conti correnti che quasi sempre non remunerano assolutamente i depositi e oltretutto subiscono defalcazioni dalle banche per il servizio reso e dallo Stato sotto forma di imposte fisse – è sicuramente perdente.
Già, ma come destreggiarsi nella selva degli investimenti? Come difendersi senza rischiare di perdere molto se non tutto?
Questi consigli riguardano i risparmiatori delineati nelle righe sopra: non audaci speculatori che vogliono “far lavorare i soldi”, ma prudenti cittadini che intendono difendere i propri risparmi. E la modalità più semplice ed efficace è quella di allocare la giusta parte nell’acquisto di Buoni del Tesoro poliennali, insomma in Btp dello Stato italiano. Sono i titoli che permettono di acquistare una porzioncina del debito pubblico italiano, remunerati appunto dallo Stato.
A nostro parere l’obiezione sulla solvibilità dello Stato italiano vale fino ad un certo punto: se l’Italia fallisse (insomma se non onorasse più i suoi debiti), i problemi per tutti noi sarebbero assai maggiori del non rivedere più i nostri risparmi investiti in Btp e Cct… E prima che l’Italia fallisca, ce ne vuole. Siamo dentro una delle monete più sane del mondo, molto ben controllati, con diversi paracadute sulle spalle. Nemmeno la Grecia cadde dentro il burrone che si era creata, una decina d’anni fa.
I Btp si possono acquistare all’emissione, oppure nel gigantesco mercato telematico degli stessi, laddove le cedole hanno lo stesso tasso d’interesse prefissato, ma varia il prezzo d’acquisto (e può oscillare molto, soprattutto per le scadenze lunghe). Semplificando: se si acquista (10mila euro nominali) un Btp 2033 a 80, in realtà si pagherà il titolo 8mila euro, in questi dieci anni si incasseranno le cedole previste e alla fine della sua vita verranno restituiti 10mila euro. Un doppio guadagno che attualmente permette ai Btp decennali di rendere il 4% circa.
Ci sono poi i molto meno interessanti ma semplici buoni postali (dietro c’è sempre lo Stato) o i vari conti deposito che danno un certo interesse se si vincolano (o meno) i denari per tot tempo.
Insomma la situazione sarebbe assai lineare; si complica per un aspetto secondario, ma decisivo: chi ci aiuta ad investire con giudizio? Difficile che accada in banca: gli istituti di credito sono “concorrenti” rispetto allo Stato italiani, hanno i loro prodotti da piazzare. Allora i consulenti? Attenzione a non cadere nella trappola della “diversificazione” che alla fine si risolve in acquisti di fondi o strumenti finanziari molto discutibili per i parametri di cui sopra.
Insomma l’unica strada è quella di farsi una piccola cultura del risparmio. Per non rischiare di farsi mangiare lo stesso dall’inflazione, o farsi tosare da pastori che sanno il fatto loro.
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