Caritas, quei “rifugi” che aiutano a rialzarsi
Un tetto e un aiuto per donne in grande difficoltà

«Sono Margherita. Sono una giovane donna, mamma di tre figli di età compresa tra i 5 e i 12 anni. Dopo anni di un matrimonio fatto di violenza fisica, psicologica ed economica, nel momento in cui il mio ex marito ha iniziato a rivolgere la sua aggressività anche verso i figli, ho chiaramente compreso che il tentativo di tenere unita la famiglia “sopportando” un marito violento, non avrebbe dato ai miei figli nulla di buono, anzi erano costretti a vivere in un clima di paura. È così che ho trovato la forza di scappare da casa con i bambini e mi sono trasferita in un’altra regione, almeno finché non avessi avuto la certezza che il mio ex accettasse la separazione. Dopo un anno, ho deciso di tornare nella mia città, per ricongiungermi alla mia famiglia d’origine: ne avevo bisogno, anche per avere un aiuto nella gestione dei figli. I primi tempi, nella condizione in cui ero, non riuscivo a trovare un appartamento in affitto. Ho avuto la fortuna di essere stata accolta in una struttura di Caritas Verona, con l’obiettivo di consolidare il lavoro e accantonare dei risparmi per cercare un’abitazione in autonomia. Seppur con qualche fatica, quella Margherita che fino a poco tempo prima non aveva nemmeno il coraggio di lasciare quell’uomo che la picchiava, si rimbocca le maniche con caparbietà. Sono riuscita a trovare un buon lavoro, che mi ha permesso finora di mantenere la mia famiglia e di garantire ai miei figli tutto il necessario; ma soprattutto in questa “nuova vita” posso assaporare la quotidianità in modo sereno e armonioso. Oggi vivo nella mia nuova casa e qui il clima che regna è di allegria, comprensione, gioco: ora è possibile invitare gli amici per un pranzo o un pomeriggio di chiacchiere. Ora posso guardare il futuro con occhi diversi. Senza paura, ma con fiducia e speranza».
Quella di Margherita (nome inventato nel rispetto della sua privacy), è una storia vera, vissuta e respirata da operatori e volontari di Caritas diocesana veronese. È una storia, ma non è l’unica. Anzi, all’interno dei progetti di Caritas dedicati all’universo femminile, storie come la sua, capitano spesso e non sono lontane, provenienti dalle periferie di metropoli esotiche, ma riguardano le vie della città di Verona, della sua grande provincia e coinvolgono le famiglie più inaspettate.
D’altronde i dati nazionali parlano chiaro: il 31,5% delle donne dai 16 ai 70 anni, cioè quasi sette milioni di persone, ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Nel solo 2023 quasi 14mila donne sono state vittime di violenza.
Caritas Verona è inserita all’interno di un progetto chiamato “Rete donna”, un network di enti del privato sociale della Diocesi di Verona, che si pone l’obiettivo di sostenere le donne vittime di violenza di genere, accolte dalla Rete Caritas, attraverso un approccio multidisciplinare e realizzato su più livelli. Il principale è quello legato all’accoglienza abitativa. Ed ecco le opere segno come Casa Misericordia, Casa Braccia Aperte, Casa Santa Elisabetta, gli alloggi San Benedetto e la predisposizione di un appartamento dedicato in coordinamento con i punti antiviolenza e la rete territoriale. In secondo luogo, Rete donna prevede una formazione specializzata per volontari, operatrici e nuovi partner. L’obiettivo di questo livello di intervento è potenziare la conoscenza e la consapevolezza del fenomeno da parte dei volontari della rete Caritas e delle operatrici o volontarie di Rete donna; fornire loro strumenti per accogliere le richieste di aiuto, orientare le donne vittime verso i servizi in maniera consapevole e responsabile.
Quest’ultimo punto è il più complicato. Perché tante volte le donne vittime di violenza non hanno il coraggio di denunciare tale situazione. Ecco che chi è già riuscita a chiedere aiuto, diventa un traino fondamentale per farsi conoscere da altre donne. Sono stati così pensati percorsi di cura e riscatto, attraverso metodologie artistiche e partecipative: laboratori teatrali, percorsi di scrittura autobiografica, laboratori di narrazione video. Sono proposte molto utili per le donne accolte, ma quando sono aperti al pubblico in occasione di eventi particolari, diventano da traino per altre donne.
Caritas Verona con Rete donna parte quindi dall’accoglienza, per arrivare all’opportunità di riscatto costruita attraverso laboratori e altri spazi di emancipazione. Il tutto poi pensato per sensibilizzare la comunità attraverso lo sviluppo di materiali informativi e iniziative pubbliche per contrastare il fenomeno della violenza di genere e costruire già dall’infanzia una cultura di parità e rispetto per le bambine, le ragazze e le donne attraverso incontri nelle scuole e nelle parrocchie.
Per sostenere il progetto Rete donna: associazione San Benedetto Odv Ets; Iban: IT74 S020 0811 7700 0000 3989 550; causale: Amore è cura non paura; donazioni@caritas.vr.it.
Credit Foto: Erika8213@123RF.com
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