Legnago. È nata la Cittadella del lavoro
Inaugurata presso l'ex zuccherificio di Legnago la nuova sede del Centro per l’impiego a cui fanno riferimento 16 Comuni del territorio
Imprenditori che stentano a uscire dalla crisi e disoccupati che sono ancora troppo numerosi nel Basso veronese: per loro, a Legnago, è nata la “cittadella del lavoro”. Il Comune ha scelto un fabbricato simbolo dello sviluppo industriale del passato, ovvero l’Edificio 13 dell’ex zuccherificio legnaghese, per farne la sede di una serie di servizi rivolti sia alle imprese locali che alle persone alla ricerca di un lavoro.
Nei giorni scorsi il sindaco Clara Scapin ha inaugurato la nuova sede del Centro per l’impiego, ossia l’ex ufficio di collocamento, a cui fanno riferimento 16 Comuni del territorio, che vanno da Roverchiara a Castagnaro e da Sanguinetto a Bevilacqua, senza escludere, ovviamente, i due centri maggiori: Legnago e Cerea. Il trasferimento degli sportelli, a cui sono iscritti oltre 6.900 disoccupati dei vari paesi del comprensorio, è avvenuto nei mesi scorsi dalla vecchia sede, che si trovava in centro città all’interno “Palazzo di vetro” di via Matteotti.
I nuovi spazi sono stati ricavati al primo piano dell’ex stabilimento saccarifero, recuperato un decennio fa per destinarlo a servizi alle imprese e alla collettività.
Nell’ambito della riorganizzazione dei Centri per l’impiego del Veneto, la gestione del distaccamento della pianura è passata dalla Provincia direttamente alla Regione, che li amministra attraverso l’Agenzia Veneto Lavoro. Ed è stato proprio il direttore di quest’ultimo ente regionale, Tiziano Barone, a intervenire al convegno con cui sono stati inaugurati gli sportelli per i disoccupati.
Il nuovo Centro per l’impiego legnaghese, in questo modo, si aggiunge agli altri servizi rivolti al mondo del lavoro attivati in questi anni dal Comune nella stessa struttura, tra cui lo “Sportello lavoro” gestito attraverso la società veronese “Lavoro&Società” e il “Coworking”, un luogo dove vengono studiate e potenziate le nuove aziende, attivo grazie all’associazione “Business Angels Verona”.
Accanto a Barone e ai rappresentanti dell’amministrazione locale, vista l’importanza del nuovo servizio e della tematica trattata, sono intervenuti all’appuntamento legnaghese anche altri esponenti del mondo produttivo, politico e sindacale, come il segretario generale della Cisl di Verona, il legnaghese Massimo Castellani; il consulente Claudio Goatelli e, in rappresentanza dei Comuni che hanno aderito al “Patto territoriale per il lavoro”, l’ex sindaco di San Pietro di Morubio, nonché attuale assessore dello stesso centro, Giorgio Malaspina.
Ad arricchire il pomeriggio dedicato alle soluzioni contro la crisi ci ha pensato il sindaco Scapin, consegnando la “benemerenza della città” all’imprenditore Pierantonio Riello, fondatore e presidente della “Riello Elettronica” di Legnago, azienda specializzata nella realizzazione di gruppi statici di continuità (Ups). Alla moglie di Riello, Elena Steccanella, a cui ha consegnato il riconoscimento, il primo cittadino ha rivelato di aver premiato il marito, assente per impegni, «come esempio di imprenditore che, rimanendo legato al suo territorio di origine, ha saputo ottenere successi a livello internazionale, portando il nome di Legnago nel mondo».
Sull’andamento occupazionale non solo nel Basso veronese, ma nell’intero Veneto, ha fatto alcune riflessioni il direttore di Veneto Lavoro, Barone. Dati alla mano ha difatti puntualizzato: «Fino al 2014 avevamo un mercato del lavoro segnato dalla crisi, da una pesante contrazione occupazionale e da un sensibile incremento dei livelli di disoccupazione. Da cinque anni a questa parte, invece, si sono avuti importanti segnali di ripresa e il recupero della perdita di posti segnata dalla congiuntura». Riguardo alla tipologia dei contratti, Barone ha affermato: «Quelli a tempo determinato, in continua espansione, ora hanno subìto un rallentamento. Per contro, negli ultimi trimestri abbiamo registrato risultati positivi pure per il tempo indeterminato, oltre a una crescita importante delle trasformazioni di contratti e a una riduzione altrettanto consistente, pari al 35 per cento del totale, di proroghe e rinnovi».
La “nota dolente” evidenziata da Barone riguarda tuttavia il confronto, nell’ultimo decennio, con altre regioni europee. Le quali, rispetto al Veneto, hanno reagito in maniera migliore di fronte all’andamento negativo dei mercati.
«Dal 2007 al 2016 – ha rimarcato il direttore di Veneto Lavoro – il reddito pro capite nella nostra regione è cresciuto di appena il 3,2 per cento. Siamo pertanto sempre più lontani da quanto avviene in Baviera, regione tedesca che, nello stesso periodo di tempo, ha conosciuto un incremento del 17 per cento. Nell’ambito italiano Lombardia, Emilia Romagna e Toscana hanno registrato un andamento migliore». Da qui la conclusione di Barone: «In Veneto contiamo in totale 152mila disoccupati. Ed è a queste persone che i Centri per l’impiego devono dare una risposta, quasi fossero dei “pronto soccorso” del lavoro».
Fabio Tomelleri
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