Il matrimonio, via percorribile di santità
di ALBERTO MARGONI inviato a Città del Vaticano
Alla famiglia come via di santità è stata dedicata l'ultima sessione del convegno pastorale promosso dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita in occasione dell'Incontro mondiale delle famiglie. Sono state presentate due testimonianze molto forti di conversione e di perdono.
Si è concluso stamani in aula Paolo VI in Vaticano il congresso pastorale che ha caratterizzato per tre giorni il X Incontro mondiale delle famiglie che terminerà domani con la recita dell’Angelus con papa Francesco in Piazza San Pietro e il mandato alle famiglie.
L’ultima sessione dei lavori congressuali è stata dedicata alla famiglia come via di santità. Francesco Beltrame Quattrocchi ha illustrato la vita e le opere dei suoi nonni adottivi, ovvero Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, la prima coppia di coniugi beatificata nel 2001 da Giovanni Paolo II. «Erano persone assolutamente normali e ogni giorno hanno insegnato ai figli a saper vivere. Per loro i figli (ne ebbero quattro, di cui due preti e una suora) erano un moltiplicatore del loro legame di amore. Sempre pronti a rispondere ai bisogni delle persone che li interpellavano, la loro casa dall’8 settembre 1943 alla fine della Seconda Guerra mondiale fu luogo di rifugio per perseguitati politici, ebrei e dissidenti clandestini, che venivano ospitati, vestiti da benedettini e forniti di carte di identità falsificate. Era un’operazione dettata non solo dalla loro generosità ma – come si è venuto a sapere una decina di anni fa – era concordata con i servizi segreti dei Paesi alleati. Nei documenti rimasti dei due coniugi figurano anche numerose lettere di amore che si scrivevano e anche lo scambio epistolare con i figli, l’ultima delle quali (Enrichetta) scomparsa novantottenne 10 anni fa. Mostrarono che il matrimonio, la famiglia è una via percorribile generatrice di santità. Un loro motto era: “Guardare tutto dal tetto in su”, cioè alla luce di Dio, nella sua prospettiva.
Il panel riguardava i cammini di santità. Nella vita famigliare quotidiana è necessario praticare il discernimento che per essere autentico deve avere come base il principio di comunione, come hanno evidenziato Soren e Ever Elizabeth Johnson, coppia statunitense.
I paraguaiani Stella e Victor Dominguez Acosta sono una coppia impegnata nella “pastorale della speranza” che consiste nell’accompagnamento di separati e divorziati che vivono una nuova unione. Hanno evidenziato come la Chiesa non debba limitarsi a dichiarare che anche questi suoi figli continuano a farne parte, ma sia chiamata a mostrare con azioni concrete il suo amore per queste persone, esercitando la carità nella verità. La loro metodologia, detta anche “balsamo delle ferite” si basa su quattro verbi: accompagnare, discernere e integrare. Offrono accoglienza, incontri di formazione, aiutano le persone a connettersi con la loro parrocchia, così da sentirsi parte della Chiesa. Molte coppie hanno presentato la domanda per il riconoscimento della nullità matrimoniale.
Una testimonianza molto forte è stata quella dei coniugi indonesiani Agnes Sandra Wigianti e Taufiq Hidayat. Per potersi sposare nel 2001 lei, da cattolica, ha dovuto convertirsi all’islam, la religione del marito, ma non si è mai trovata a proprio agio. «Quando pregavo – ha raccontato – sapevo dire solo Padre nostro e Ave Maria». Dopo sei anni il marito le ha permesso di tornare a frequentare la chiesa. «Volevo un matrimonio benedetto – ha continuato Agnes – e Taufiq ha accettato, dopo una preparazione di tre mesi». Ulteriori difficoltà sono sorte però con i suoceri, i quali hanno invitato il figlio a divorziare. «Quando incontravamo le nostre famiglie di origine, evitavamo accuratamente discorsi di tipo religioso, per non alimentare tensioni». I due sposi, nell’intento di salvare la loro famiglia e di migliorare il loro rapporto, frequentarono in un fine settimana un incontro del Worldwide Marriage aperto a persone di altre o di nessuna fede, pur essendo di matrice cattolica. «Le coppie cattoliche sono mentalmente più aperte e questo incontro mi ha fatto capire che mia moglie è un dono divino – ha affermato Taufiq -. Facciamo attività di coppia, ci piace camminare in pubblico mano nella mano, cosa che non ho mai visto fare ai miei genitori». Un cammino che ha portato Taufiq a convertirsi alla fede cattolica e nell’aprile 2021 ha ricevuto il battesimo. Oggi in parrocchia seguono gli anziani soli.
Il quinto panel aveva come tema “Il perdono come via di santità” e ha visto Daniel e Leila Abdallah, cristiani maroniti di origine libanese ma residenti in Australia, genitori di sette figli, raccontare il dramma che li ha colpiti nel febbraio 2020: tre dei loro bambini, mentre passeggiavano lungo la strada con i loro cugini, intenti a recarsi in una gelateria, sono morti, investiti da un auto guidata da un ubriaco e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti che viaggiava al triplo della velocità consentita. La madre disse: «Non provo odio nei confronti dell’investitore, credo di poterlo perdonare nel mio cuore, ma voglio che il tribunale sia giusto». Migliaia di persone presero parte alla Via Crucis e ai Rosari che si tennero sul luogo dell’incidente che venne ricoperto di fiori. I media australiani parlavano più del loro gesto di perdono che non del drammatico incidente. «Le ultime parole di Gesù sulla croce sono state di perdono per i suoi uccisori. Il perdono è segno di forza, non di debolezza ed è guida verso la santità. Praticatelo quotidianamente – il suo invito – e cercatelo nella Confessione.
Nella conferenza conclusiva il noto attore Giovanni Scifoni ha presentato a modo suo il volume La santità nelle famiglie del mondo, il volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana e realizzato dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita proprio in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie per far conoscere la bellezza della vocazione al matrimonio e alla famiglia come via di santità. Il volume presenta la vicenda di otto coniugi di tutti il mondo riconosciuti dalla Chiesa come santi o beati o per i quali è in corso il processo di beatificazione.
(nella foto Giovanni Scifoni durante il suo intervento)
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