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Una coperta sempre più corta

di NICOLA SALVAGNIN

Il primo anno di pandemia è costato all’Italia una novantina di miliardi tra ristori, spese sanitarie e potenziamento dei servizi pubblici

Parole chiave: Ristori (2), Sostegni (1), Drachi (1), Imprese (1), Crisi economica (5), Ripartenza (5), Lavoro (62), Aiuti (6), Famiglia (55)
Ampolla per l'olio santo

di NICOLA SALVAGNIN

Con Mario Draghi stiamo passando dallo Stato “ristorante” allo Stato “sostenente”: insomma si cambia il modo in cui si aiutano i cittadini e le aziende ad affrontare i rigori economici della pandemia.
In un primo momento e fino a ieri lo Stato ha garantito una serie di aiuti a pioggia e a fondo perduto (anche sotto forma di agevolazioni fiscali) a imprese e partite Iva – circa 30 miliardi di euro –; la cassa integrazione per i lavoratori fermi; la garanzia ai prestiti richiesti da chi si è trovato a corto di liquidità: al 100% fino a 30mila euro erogati dal sistema finanziario.
Oggi, per forza, si cambia. Semplicemente perché i denari stanno scarseggiando. Il primo anno di pandemia è costato all’Italia una novantina di miliardi tra ristori, spese sanitarie e potenziamento dei servizi pubblici. Molti meno di Germania (ha speso il triplo), Gran Bretagna e Francia; ma quei Paesi non sono indebitati fino ai capelli come il nostro.
Ora bisogna sistemare una coperta che si fa giorno dopo giorno sempre più corta. E qui cambia il sostantivo: da ristoro a sostegno. Significa che soldi ne arriveranno ancora, ma molto più mirati, anche perché a disposizione c’è una dozzina di miliardi di euro, non di più.
Risorse indistinte riguarderanno soprattutto famiglie (tutti siamo famiglia) e lavoratori, mentre le attività economiche vedranno quasi sicuramente rimborsati i costi fissi nel caso di perdite di fatturato generate dalla pandemia. E sullo sfondo sta l’idea draghiana che le risorse vadano a chi ha le potenzialità per ripartire, mentre chi è cotto e decotto va lasciato al suo destino.
Continuerà il sostegno tramite garanzie ai prestiti, che sta funzionando: chi chiede un prestito da rimborsare, lo fa nell’ottica di chiudere una falla e ripartire al più presto. La stima più pessimista parla di un quinto di prestiti che non verranno rimborsati: ci penserà quindi lo Stato, e altri 5-6 miliardi di euro serviranno per questo capitolo.
Poi vaccini per tutti, o allo Stato italiano servirà infine l’olio santo.

Fonte: Sir
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