Ddl Zan: niente odio ma nemmeno censura
di REDAZIONE
Legge pasticciata, confusa e soprattutto liberticida. La Cei: sì al dialogo, ma la famiglia è questa qui...
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Omotransfobia (e altro ancora): avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità, i transessuali e la transessualità, dice la Treccani. E il disegno di legge di cui è relatore il parlamentare veneto Alessandro Zan si propone di punire questa avversione attraverso pene specifiche, adottando poi misure educative che ne rimuovano le cause ad iniziare dalla scuola. Tutto bene, dunque? No. Le buone intenzioni lastricano la via dell’inferno, e tale ddl conferma il detto: a cominciare dal fatto che, nella sua pasticciata formulazione, impedisce ogni forma di opinione avversa (“sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché...”). E il purché lo dovrebbe valutare il giudice di volta in volta, con “sberle” detentive e pecuniarie di tutto rispetto. Amen. Per non parlare del principio secondo cui il genere non è quello naturale (uomo, donna), ma quello da noi “percepito”.
Cerchiamo di capire anche il non detto, che però assume un ruolo decisivo in questa proposta di legge, su Verona Fedele del 16 maggio, disponibile in edicola e in parrocchia.