Cambio di guardia tra le penne nere
di MARIA VITTORIA ADAMI
Maurizio Trevisan subentra a Luciano Bertagnoli alla guida dell’Ana provinciale
di MARIA VITTORIA ADAMI
“L’alpinità non muore mai e la custodisci dentro al cuore come il più travolgente degli amori”, si legge su uno striscione attorniato da gonfaloni e tricolore sugli spalti del Belladelli Forum a Villafranca. Nel frattempo risuonano le note dell’Inno 33, Valore alpin, mentre gli schieramenti escono con il nuovo presidente dell’Associazione nazionale alpini di Verona, Maurizio Trevisan, già vicepresidente nell’ultimo triennio del vertice Luciano Bertagnoli.
È il momento dei saluti, delle prese in carico e delle emozioni. È trascorsa tra abbracci, voci interrotte dalla commozione e voglia di ripartire portando avanti il patrimonio centenario di solidarietà che incarna la grande famiglia alpina, la mattinata di domenica durante la quale l’assemblea dei delegati dei gruppi Ana veronesi si è riunita al palazzetto dello sport villafranchese per eleggere il nuovo presidente e il consiglio direttivo.
Ma anche per salutare Bertagnoli, al termine di nove anni di presidenza per tre mandati consecutivi, e per consegnare, dopo la Messa celebrata dal cappellano sezionale don Rino Massella, le benemerenze agli alpini, ai volontari e ai gruppi che si sono distinti in “alpinità” o in Protezione civile. Trevisan è appunto il nuovo presidente. Ma domenica sono stati assegnati anche i riconoscimenti. Un premio speciale è andato ai cinque fondatori della squadra di Protezione civile Ana al gruppo Verona città, per i 40 anni di attività: tra loro il decano Sergio Zecchinelli, 89 anni, fondatore appunto della squadra con Giglio Zanetti, Francesco Maroldi, Mario Giaretta, Gino Masotto.
A Flavio Mazzi, del gruppo di Lugagnano, è andato il premio Alpino dell’anno; a Nicolò Vallenari, 30 anni, di Erbezzo e del gruppo Giovani, quello di Amico dell’anno; il trofeo “Emilio Anti” è stato consegnato al gruppo Alpini Basson dal responsabile della Commissione sportiva “Remo Pigozzi”; il Volontario alpino dell’anno in Protezione civile è Claudio Delaini, del gruppo Basso Lago; il Volontario amico in Protezione civile, Mario Macchiella, del Valpantena Lessinia. Trevisan, nato nel 1960, coscritto nel 1979 e membro del gruppo di Marcellise dal 1980, nel quale è stato capogruppo per 28 anni, è stato eletto con 476 preferenze su 509 votanti.
«Onorare i caduti aiutando i vivi», è il monito di Trevisan alle sue penne nere: «Da oggi mi metto a disposizione, con lo spirito corale e collaborativo di sempre, perché Verona resti tra le prime sezioni d’Italia non solo in termini numerici di iscritti, ma per efficienza e impegno». L’obiettivo principale resta quello di rafforzare il senso di appartenenza alla sezione. Questione non di poco conto perché la legge del 2005 che ha abolito la leva obbligatoria, ha depauperato il bacino dell’Ana che va comunque «riempito di talenti eredi e testimoni del nostro patrimonio di valori». Siano essi alpini in congedo o amici delle penne nere o volontari.
«Occorre continuare con lealtà e conoscere quel che si vale per meglio comprendere ciò che si può dare, nel momento in cui è necessario mostrare che “la penna che noi portiamo” è una bandiera di onore e di fedeltà ai nostri ideali, una bandiera al servizio della collettività. Esistiamo da oltre cento anni perché siamo una grande famiglia, non solo un’organizzazione. Papa Francesco ha di recente sottolineato che non si è alpini per se stessi, ma per gli altri e con gli altri».
Da qui la necessità di consapevolezza del fatto che molto dipenderà dalla capacità di trasmettere valori e stile di vita «che fanno della nostra famiglia uno degli ultimi baluardi a difesa della nostra società». Per questo le penne nere lavorano a un protocollo unico per entrare nelle scuole con un programma che termini in un campo alpino in montagna, nella natura e sui sentieri della memoria. L’idea del campo è già messa in pratica con i tredici campi alpini estivi – tra cui uno nel Veronese a Camposilvano alla casa vacanze del Don Calabria tra giugno e luglio – dove i ragazzi tra i 16 e i 25 anni oltre a sperimentare la vita all’aria aperta partecipano anche ad attività di Protezione civile.
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