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Don Origano: «Insieme per continuare un bel cammino»

di FRANCESCA SAGLIMBENI 
L’ingresso nella nuova parrocchia dell’ex direttore di Verona fedele

Don Origano: «Insieme per continuare un bel cammino»

di FRANCESCA SAGLIMBENI 
Nata su un territorio prima di pertinenza delle parrocchie di San Giorgio in Braida e di Sant’Eufemia, nel cuore di Borgo Trento, San Pietro Apostolo fu eretta come parrocchia il 29 marzo 1959; la chiesa venne aperta al culto nel 1961 e consacrata dal vescovo Giuseppe Carraro nel maggio 1965. Fin dagli esordi vi fu una feconda attività pastorale, favorita dalla marcata presenza di diverse realtà associative. Alcune costituitesi proprio all’ombra del campanile.  Una storia lunga oltre sessant’anni, via via coinvolta da cambiamenti sociali e demografici che ne hanno orientato – per lo più in direzione crescente – il cammino, cui domenica 3 dicembre si è aggiunta una nuova gioiosa pagina. Molto atteso, infatti, era l’arrivo del nuovo parroco don Stefano Origano (che subentra a don Franco Formenti, alla guida della comunità dal 2010 sino a poche settimane fa), accolto con una Messa presieduta dal vescovo Domenico Pompili e tra gli altri concelebrata dall’arcivescovo e nunzio apostolico monsignor Rino Passigato. 
Un’accoglienza accompagnata, in special modo, dall’indicazione dell’evangelista Marco: “Vegliate!”, che non significa farsi prendere dalla paura del vuoto esistenziale, bensì dalla sua nostalgia. Il nostro tentativo ostinato di riempire tale vuoto di tante cose, infatti, «non attenua quella sensazione che in certi momenti ci trafigge alle spalle, di essere sospesi nel nulla», ha detto Pompili. Ossia là dove, tuttavia, possiamo «avvertire la mancanza di Dio e continuare a invocarlo affinché la sua presenza ci avvolga». Ecco che il parroco «è uno che tiene desto questo languore nel cuore della sua gente, uno che non si accontenta di accontentare tutti, ma cerca di muovere e smuovere i suoi parrocchiani a questa nostalgia». Inclinazione affatto sconosciuta a don Origano, che già quando era direttore di Verona fedele, «con i suoi editoriali», ha ricordato Pompili, «ha sempre tenuto aperta questa finestra sul vuoto che ci segna tutti nel profondo». Poi il saluto del Consiglio pastorale, espresso da Diego Vinci: «Caro don Stefano, abbiamo già riconosciuto in te la fede che ti anima in Dio e nell’uomo, ci affidiamo quindi alla tua guida con la massima fiducia e ti offriamo la nostra migliore disponibilità a seguirti e sostenerti nell’esercizio del tuo ministero, che si annuncia particolarmente impegnativo nell’attuale contesto di rinnovamento della Chiesa di Verona». 
«Al Consiglio pastorale parrocchiale, a voi cari fedeli, e a tutti coloro che in diversi modi, dal canto ai fiori, dal libretto ai ministranti, ad altri preziosi servizi, hanno preparato in queste ultime settimane sia la mia accoglienza che la Messa di ringraziamento per don Franco, dico che fa bene e dà sicurezza arrivare tra voi così!», ha replicato don Stefano, già direttore dell’Ufficio diocesano problemi sociali e lavoro, della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico e rettore di Santa Maria Antica. «Avverto la vostra attesa, ma sono sereno sul fatto che insieme, da dentro la comunità, continueremo un bel cammino, in un tempo della storia e della Chiesa che, diciamo così, lascia tanto spazio alla fantasia di Dio e di chi sa aprirsi alla novità del Vangelo, unica realtà capace di preservarci dall’addormentarci e di farci vegliare nell’attesa del Signore da cui vorremmo tutti essere contagiati!». Abitare Borgo Trento Tra le numerose iniziative sorte negli ambienti parrocchiali di San Pietro Apostolo, un’esperienza particolarmente longeva è stata quella della onlus “Abitare Borgo Trento”, insignita anche del marchio “Merita Fiducia”: «Un gruppo nato per creare momenti di incontro soprattutto per gli anziani del quartiere», raccontano due dei cofondatori, ossia i coniugi Silvana e Tommaso Roda, «poi evolutisi in progetti culturali, da cui è scaturita la pubblicazione di ben quattro volumi: dalla storia del quartiere (la ricostruzione del dopoguerra, le ville liberty), alle sue trasformazioni, e dai personaggi del Risorgimento a quelli della Prima Guerra mondiale, che popolano la nostra toponomastica». Sciolto il gruppo, di recente è stata creata “Ora per ora”, sorta di banca del tempo, dove attraverso uno scambio di racconti e testimonianze, «cerchiamo di tenere vive le relazioni». 

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