Il monito del Vescovo nel pontificale di San Zeno: «Il capitalismo sfrenato è un furto ai poveri»
di ALBERTO MARGONI
Le parole di mons. Zenti all’antico rito della presentazione del vessillo della città di Verona da parte del sindaco Federico Sboarina
di ALBERTO MARGONI
Una riflessione che coinvolge la realtà civile e quella religiosa. È quella condotta sabato scorso dal vescovo Giuseppe Zenti in occasione della solenne concelebrazione eucaristica per la festa di san Zeno, patrono della diocesi e della città di Verona. Prendendo spunto dal testo dell’Apocalisse «che ritrae la nuova Gerusalemme, cioè la Chiesa di Cristo, fondata sugli Apostoli, come una Città perfetta, tutta armonia in tutte le sue parti», il presule ha evidenziato come entrambe le città (quella terrena e la Chiesa) sono «soggette alle leggi della storia e alle variabili risultanti dall’esercizio delle libertà delle singole persone e delle possibili loro aggregazioni sociali». Quindi ambedue «sono imperfette e perfettibili». Tra loro «esistono parecchie interferenze, molte delle quali benefiche per entrambe. A patto che si stabiliscano rapporti corretti tra le due istituzioni e, di conseguenza, almeno per i molti cittadini che si riconoscono nella fede cristiana, tra le due dimensioni, quella civile e quella religiosa, vissute dalla medesima persona».
L'articolo completo è su Verona fedele del 29 maggio 2022
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