Attualità
stampa

I cattolici nella Resistenza e il dilemma dell’uso delle armi

di PATRIZIA ZANELLA

Il loro ruolo in Veneto tra le file dei partigiani. Appoggiati pure da alcuni preti

I cattolici nella Resistenza e il dilemma dell’uso delle armi

di PATRIZIA ZANELLA

Storico, ricercatore al dipartimento di Scienze politiche, giuridiche, studi internazionali dell’Università di Padova, Alessandro Santagata, con la casa editrice Viella nel 2021 ha pubblicato Una violenza “incolpevole”. Retoriche e pratiche dei cattolici nella Resistenza veneta.

– Come può essere valutato il ruolo dei cattolici nel panorama della Resistenza veneta?

«La Resistenza dei cattolici, in particolare nel Padovano e nel Vicentino, aveva delle caratteristiche proprie, talvolta anche in contrasto con altre componenti politiche e altre visioni della Resistenza, ma comunque in uno spirito e una pratica di collaborazione all’interno del Comitato di liberazione nazionale. Va valutata sulla base dei contesti territoriali geografici: da un lato c’erano le “brigate del popolo”, legate alla Democrazia Cristiana che operavano nel territorio di pianura, come per esempio la Brigata “Guido Negri” attiva nelle tre province di Padova, Vicenza, Venezia; un’altra cosa è stata la Resistenza, per esempio, nella zona pedemontana o montana, dove la Brigata Mazzini ha espresso una capacità militare assolutamente di primo piano. Mentre invece in pianura tendeva a prevalere una guerriglia fatta soprattutto di sabotaggi».

– Sul comportamento dei sacerdoti, cosa possiamo dire?

«I sacerdoti sono stati importanti. Molti hanno svolto un ruolo di coordinamento tra i vari gruppi. Sappiamo del ruolo avuto da don Luigi Pascoli, parroco di Povolaro, per quanto riguarda il ruolo di trait d’union tra la Brigata Mazzini e le altre che in seguito formeranno la Divisione Alpina Monte Ortigara. Il fatto stesso che la sua fondazione sia avvenuta nella sua canonica, è un fatto significativo perché ci mostra come il clero abbia cercato di indirizzare in qualche modo la resistenza cattolica in una determinata direzione».

– Come sono organizzate e come agiscono queste brigate, quale identità esprimono?

«Anzitutto va detto che queste brigate si connotano come brigate autonome laddove il termine “autonomo” va inteso dai partiti, ma non dal Cln. Sono formazioni che hanno soprattutto un carattere militare, intendono proseguire la guerra così com’era stata interpretata nell’impostazione tradizionale. Gli alpini, per esempio, sono un modello a cui rifarsi anche nella forma di queste formazioni».

L'intervista completa è sul numero di Verona fedele del 28 aprile 2024.

Tutti i diritti riservati
I cattolici nella Resistenza e il dilemma dell’uso delle armi
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento