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In evidenza
di REDAZIONE
In Vescovado il vescovo Domenico Pompili, il sindaco Damiano Tommasi e l'on. Gianmarco Mazzi
di ALBERTO MARGONI
Brutta sconfitta del Verona all'Olimpico di Roma. Dopo un primo tempo equlibrato, nella ripresa la Lazio suggella il proprio dominio territoriale approfittando di un Hellas distratto: decisivo al 60' il gol dell'ex Zaccagni. Per i biancocelesti anche una traversa di Felipe Anderson al 48' e un palo di Pedro all'84'. Unica conclusione gialloblù nello specchio, una deviazione di Coppola all'82' salvata d'istinto da Mandas
di PATRIZIA ZANELLA
Il loro ruolo in Veneto tra le file dei partigiani. Appoggiati pure da alcuni preti
di REDAZIONE
Una firma che fa bene e consente di moltiplicare le risorse a beneficio di tutti
di ADRIANA VALLISARI
Abbiamo intervistato Fabio Bolzetta, giornalista inviato di TV2000 e presidente dell’Associazione dei WebCattolici Italiani (Weca)
di REDAZIONE
Dal 2 al 5 maggio Verona ospiterà gli eventi del Festival Biblico dedicato al tema dell’agape
di GIORGIO MALAVASI
Il meteorologo: più che “tropicalizzato”, sarà sempre più estremizzato e sregolato
di REDAZIONE
Al "via" anche il vescovo di Verona mons. Pompili
di ALBERTO MARGONI
Con un gol del veronese Coppola di testa nel recupero del secondo tempo l'Hellas si aggiudica lo scontro diretto in chiave salvezza contro l'Udinese. Alla fine del primo tempo palo di Noslin e all'88' traversa di Folorunsho
di REDAZIONE
Proiezioni, video e foto esclusive dai telescopi spaziali James Webb e Hubble nel percorso della rassegna "Il mio Paradiso. Dante profeta di speranza"
Ha detto che sulla scheda elettorale si può scrivere il suo nome, oppure solo Generale. Che poi a me erano venute in mente tante altre parole per definirlo meglio, ma forse inopportune su una scheda elettorale
Semplicemente, non ci posso credere che il generale Roberto Vannacci abbia detto in pubblico e non al suo baretto mentre partecipa alla gara di rutti, che gli studenti disabili devono essere messi in classi diverse dai "normali". Se vero, semplicemente mi rifiuto di credere che Matteo Salvini – uomo che ormai non ne combina una giusta nemmeno quando si infila le scarpe – lo abbia messo in lista per le elezioni europee. E mi rifiuterò di credere che ci sia qualche elettore leghista che, magari appannato da una serie di Merlot bevuti di fila, vada al seggio e voti per il suddetto generale. Sempreché sia tutto vero.
Cercavo informazioni sulle elezioni regionali in Basilicata su Repubblica.it. Chissà perché, la notizia era relegata sotto i gatti che fanno le fusa e dietro una pubblicità molto evidente. Forse che il risultato delle stesse c'entri qualcosa?
Stamattina guidavo l'auto nella bufera, il termometro segnava 6 gradi e ad un certo punto, in una via del centro, ho visto una ragazzina in maniche corte e pancia un po' scoperta andare a scuola. E io a pensare a coliti, broncotroncopneumosassinosi e ai mali che al solo vederla venivano a me. Ma lei era giovanissima e prende a sberle la colite. O almeno lo spero.
Una nullafacente ministra del governo spagnolo ha avuto il tempo di criticare la mozione presentata da un parlamentare italiano che propone (non obbliga: propone) alle Regioni di attivare nei consultori degli spazi in cui associazioni del Terzo settore attive sul fronte della maternità possano essere di sostegno alla madre nella decisione di abortire, o meno. Inbsomma, di dare completezza ad una legge italiana, la 190, rimasta incompleta appunto in questa parte da oltre 40 anni e certamente non una legge spagnola. Oppure si fa così: si chiude il Parlamento italiano, che ci costa pure un sacco, si evitano altre elezioni democratiche e si trasferisce la funzione legislativa a casa di Ana Redondo. Cosa che la signora evidentemente gradirebbe molto, in un grande sussulto democratico.
Il ministro che tutto il mondo ci invidia, Adolfo Urso, ha sbroccato contro Stellantis che aveva chiamato la sua sua Alfa Milano, pur producendola in Polonia. Del tipo: se venite a produrla qui, allora mi calmo perché state sfruttando un nome italianissimo. Risultato: l'Alfa continuerà a essere prodotta in Polonia e si chiamerà scialbamente Junior. Lasciamo perdere che "l'americana" Jeep è costruita in Basilicata, e su questo l'Adolfo nostro è muto come una tomba, ma il bello è che Ursone è ministro sapete di cosa? Del Made in Italy: già, la famosa espressione bergamasca che esprime ciò che è prodotto, anzi built in Italy. Perché non Ministero del fatto in Italia? E chissà quante ancora ce ne regalerà, l'emulo del famigerato Danilo Toninelli, finora il peggior ministro della storia repubblicana. Che ora però trema: i record esistono per essere abbattuti.
Che la loro unione politica nascesse già sbagliata, lo testimoniava il nome del rassemblement messo in piedi per le elezioni 2022: Terzo Polo. Se uno sta sotto e l'altro sta sopra, un Terzo Polo dove stava? Meglio Stati Uniti d'Europa, che nel loro caso si ribattezzerà State Uniti in Europa. Anche se non riescono a farlo nemmeno in ascensore.
Sfogliavo le pagine del settimanale diocesano di Belluno, nostro "cugino". Ha una bella rubrica che registra le nascite e i decessi nella provincia bellunese. Ebbene: 4 bebè, 20 deceduti nel corso della settimana. Che altro dire?
Dopo il lancio di missili da parte del Principato di Montecarlo in direzione Italia, con lo scopo di distruggere il casinò di Sanremo (missili intercettati alla frontiera, documenti irregolari), l'Italia ora studia violente contromosse nei confronti del principe di Monaco, così impara. Si pensano due strategie: carri armati (ma in Liguria finirebbero in coda in autostrada, la vendetta arriverebbe verso fine maggio) o, peggio ancora, l'invio di un plotone di finanzieri a stanare tutti i miliardari italiani ivi residenti per non pagare le tasse. L'Onu deplora: per Montecarlo sarebbe un disastro. La Svizzera però spinge forte: pronta ad accogliere i profughi che si presentino alla frontiera con le loro Lamborghini (notizia Ansa da verificare)
E ora dico una grande verità: la frase seguente è vera: la frase precedente è falsa
Grande entusiasmo sta suscitando il nuovo piano della sosta varato dall'amministrazione comunale, che sigilla il centro storico (niente più varchi orari alla Ztl) e disincentiva in tutti i modi i parcheggi nei quartieri circostanti. Abbiamo visto un commerciante del centro applaudire fino a spellarsi le mani: forse per quello piangeva calde lacrime
Avendo letto le anticipazioni del nuovo piano della sosta che il Comune di Verona vuole adottare, viene da pensare che chi redige questi piani, non usi l'auto a Verona. Beato lui, ma gli altri che invece sono costretti a farlo?