Le pericolose conseguenze dei cambiamenti climatici
Stefano Liberti
Terra bruciata. Come la crisi ambientale sta cambiando l’Italia e la nostra vita
Rizzoli - Milano 2020
pp. 288 - euro 20
hi ha a cuore le sorti dell’umanità e della nostra “casa comune”, ovvero del pianeta, non può esimersi dalla lettura di questo piccolo ma grande libro. Un grido di allarme lanciato da un giornalista, autore di inchieste internazionali, che racconta la fragilità del nostro Paese. Di come gli effetti dei cambiamenti climatici siano sotto i nostri occhi ma più o meno ignorati. Perché, si sa, alcune notizie passano inosservate, soprattutto se si è nel pieno di una pandemia. Come per esempio quella che in Europa l’aprile del 2020 è stato il più caldo da quando si effettuano rilevazioni. Ed è seguito a un inverno con le temperature più elevate di sempre (media di +3,4 gradi) rispetto al trentennio di riferimento 1981-2010. Il nostro Paese sta lanciando tanti segnali per dirci che non è in buona salute e che occorre subito correre ai ripari. Va infatti ricordato che l’Italia, per le sue caratteristiche morfologiche e per la sua particolare posizione geografica, è più esposta di altre zone al surriscaldamento globale. Terra bruciata racconta gli effetti dei cambiamenti climatici in corso e le conseguenze sull’economia, sull’agricoltura, sulla nostra salute e sul paesaggio, con la speranza di riuscire a scuotere lo stato di “spensierato” torpore in cui versano le coscienze di tanti. Nel suo viaggio in Italia, durato un anno, Stefano Liberti si è interfacciato con scienziati, tecnici, agricoltori, pescatori, urbanisti e semplici cittadini. Tutti, ognuno dal proprio osservatorio, gli hanno restituito il senso di un’urgenza irrevocabile, presentata con dati alla mano che parlano chiaro e tracciano il profilo di un’emergenza globale. Con il suo inconfondibile stile, caratterizzato da autorevolezza, chiarezza e scorrevolezza, Liberti indaga su tematiche che non possono più essere evitate. Vogliamo per esempio parlare del ghiacciaio alpino che in Val d’Aosta sta scomparendo? In dieci anni si è ritirato di 400 metri. Si passa poi alle coste erose dall’innalzamento del livello dei mari, dei fiumi e dei campi agricoli invasi da insetti “alieni” che decimano le produzioni. C’è poi l’acqua alta di Venezia sempre più frequente e la “tempesta Vaia” che in Veneto e Trentino ha distrutto i boschi. Si parla della scomparsa delle api, della cimice asiatica e delle coltivazioni di frutti tropicali avviate in Sicilia, un’area in via di desertificazione. Una interessante inchiesta che descrive quello che sta succedendo ma anche le azioni messe in atto per affrontare questa emergenza ancora troppo assente dal dibattito pubblico. Il testo è arricchito da numerose note esplicative. Scavano, spiegano e rimandano a ulteriori approfondimenti per chi ha sete di verità e desidera un mondo migliore per le generazioni.
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