Il Calciastorie
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Talvolta servono passi indietro per andare avanti

A10 anni a Tim viene diagnosticata la sindrome di Tourette, un disturbo neurologico che si manifesta con dei tic. Non gli vieta di crescere, giocare, divertirsi...

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A10 anni a Tim viene diagnosticata la sindrome di Tourette, un disturbo neurologico che si manifesta con dei tic. Non gli vieta di crescere, giocare, divertirsi. Se la cava a basket, ma anche a calcio sa il fatto suo. La svolta avviene con un passo indietro, anzi con diversi passi indietro, quando abbandona il ruolo di centrocampista per diventare portiere. La nuova missione è molto più delicata: e un errore – causato da un tic o da che altro – può costare non più solo la perdita del possesso palla, ma un gol per gli avversari. Come portiere, però, è davvero bravo, la sindrome di Tourette non lo ferma e presto entra a far parte della nazionale giovanile degli States.
Tim Howard non è una meteora: per 15 anni – tra il 2002 e il 2017 – è stato il numero uno della Nazionale a stelle e strisce. Prima notato dal Manchester United, dove ha giocato un paio di stagioni, e poi bandiera dell’Everton, la seconda squadra di Liverpool (quella oggi allenata da Carlo Ancelotti). Si può scegliere una parata per descrivere una carriera? Nel caso di Tim, forse sì. Everton-Southampton, 4 aprile 2015. All’undicesimo minuto gli ospiti si fanno avanti sulla destra e un cross preciso trova pronto Graziano Pellè, che sta vivendo le migliori stagioni della sua carriera (l’ascesa si interromperà col malaugurato cucchiaio contro la Germania, agli Europei del 2016). Il centravanti del Southampton, stretto tra due difensori, allunga la gamba sinistra e al volo fa partire una beffarda palombella, che scavalca Howard. Sembra fatta, ma l’estremo difensore americano non si dà per vinto: tenendo gli occhi incollati alla palla si tuffa all’indietro, come i nostri vecchi dicevano di aver sentito fare a Lev Jascin, il mito del calcio sovietico, unico portiere ad avere vinto il pallone d’oro. Quando la palla, una ventina di centimetri sotto la traversa, sta ormai per oltrepassare la linea di porta, Howard la smanaccia con il guantone sinistro. L’Everton vincerà quella partita. Ed Howard ringrazierà, ancora una volta, quella benedetta abitudine a farsi indietro, talvolta necessaria, anche a noi, per andare avanti.

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