Famiglia e lavoro priorità per il bene comune di Verona
I risultati elettorali ci stanno davanti incontestabili. Ora lo sguardo è rivolto sull’orizzonte del ballottaggio, tra sommesse e prudenziali speranze e non poco scetticismo per la complessità della situazione registrata...
I risultati elettorali ci stanno davanti incontestabili. Ora lo sguardo è rivolto sull’orizzonte del ballottaggio, tra sommesse e prudenziali speranze e non poco scetticismo per la complessità della situazione registrata. In effetti, alla fase della misurazione degli schieramenti, in cui ognuno ha potuto contarsi, succede ora la fase dei possibili “imparentamenti”, per arrivare al risultato desiderato e sperato: governare la città di Verona per cinque anni.
Come cittadino veronese, in qualità di vescovo, mi permetto alcuni semplici rilievi di prospettiva, spero come voce del buon senso caratteristico della nostra gente.
Questo è il momento di guardare in faccia la cittadinanza di Verona, con le sue invidiabili risorse, ma anche con le sue gravi criticità. Alludo in primo luogo alle famiglie allo stato di disperazione per disoccupazione o in pesanti difficoltà nella gestione di figli gravemente disabili. Qui non c’entrano i partiti inficiati di ideologia. C’entra il buon senso. Un buon senso che va gestito da una amministrazione determinata ad attivare quanto è nelle sue possibilità perché l’intera cittadinanza sperimenti senso di bene essere, senza alcuna sacca di grave disagio o povertà. Che c’entrano la destra, la sinistra o i vari centrismi? Di che cosa sono paladini? Di criticità da affrontare o di se stessi? A livello amministrativo Verona basta a se stessa. Decidano i Veronesi. In piena libertà. Con senso di responsabilità e di crudo realismo, senza diktat da capipartito estranei alla cultura e alla sensibilità di Verona e senza l’ombra cupa di poltrone da occupare e di clientelismi da salvaguardare, in vista del cui obiettivo elaborare alchimie innaturali.
La prossima amministrazione, qualunque essa sia, è chiamata a far fare bella figura alla città di Verona, cosmopolita per vocazione, facendo vincere Verona tutta intera, anche quella rappresentata da cittadini che hanno votato contro, o hanno deciso di astenersi dal voto. È questo il momento di correre insieme verso l’obiettivo del bene comune di Verona, condividendo le risorse di eccellenza che non mancano ai veronesi, appena escono dal carcere del loro innato senso di individualità marcata per aprirsi al senso della sinergia.
Proprio in rapporto alle emergenze si valutano anche gli assessorati. Dal mio versante, in posizione prioritaria, ritengo importante l’assessorato alla famiglia. Con due obiettivi. Anzitutto, la salvaguardia della sua identità non alterabile, pena conseguenze devastanti a boomerang; sicché, snobbarla in senso dispregiativo come “tradizionale” è segno di irresponsabilità civile e sociale. E, di conseguenza, consapevoli dell’importanza della famiglia come cellula della società, il sostegno effettivo e adeguato alle sue problematiche economico - occupazionali e sociali.
Noi tutti siamo orgogliosi della nostra città, gioiello internazionale. Verona merita di essere trattata bene. Con eleganza. Con lungimiranza. Auspichiamo una amministrazione incorruttibile, in umile e competente servizio dell’intera cittadinanza.