Lungo il Camuzzoni un’oasi di tranquillità
Percorso nella natura a due passi dalla città
Facile, comoda e bella: quella che si può fare lungo il canale Camuzzoni è una piacevole passeggiata urbana che permette di ritrovare un’oasi di tranquillità partendo dal cuore della città, e precisamente da una delle zone più trafficate, la circonvallazione. I vantaggi sono sicuramente molti: ci si ritrova lontani dal traffico e a pochi passi dal centro, e non è richiesto un abbigliamento particolarmente sportivo, trattandosi di un percorso in pianura e asfaltato.
Se non si riesce a raggiungere l’inizio della pista ciclopedonale, che collega viale colonnello Galliano con la diga del Chievo, con i mezzi pubblici o a piedi, si potrà lasciare l’automobile nella zona che da corso Milano porta al quartiere Saval. Da qui si raggiunge il canale e lo si costeggia per il tratto che arriva fino agli impianti sportivi Bottagisio. Ad eccezione di alcuni incroci dove passano automobili, si tratta di un percorso estremamente tranquillo, molto frequentato da sportivi, amanti del trekking e, naturalmente, dai quattrozampe coi loro proprietari.
Allontanandosi sempre più dal centro città le case e i grattacieli lasciano spazio a giardini, orti, uliveti. Il percorso è ben attrezzato per permettere soste e picnic, molto frequenti nel periodo estivo, quando questo percorso è particolarmente apprezzato per la sua tranquillità e le zone ombreggiate e fresche. Non mancano quindi panchine, tavoli e anche fontanelle per fare scorta d’acqua. Appena alla fine del quartiere Saval, la strada ha al suo fianco un’ampia area verde: qui la vista potrà spaziare e il percorso regala scorci stupendi sulle colline che circondano la città.
Superati i campi da calcio si raggiunge la diga. Ed è proprio qui che nasce il canale Camuzzoni, così chiamato in onore di Giulio Camuzzoni, sindaco di Verona per ben 16 anni, costruito alla fine dell’Ottocento: si trattò di una grande opera pubblica realizzata per produrre forza idraulica utile ad alimentare le fabbriche della città attraverso le acque dell’Adige, prelevate nei pressi del Chievo per immettersi nuovamente nel fiume all’altezza di Tombetta. Nel 1887 furono completati i lavori ma la portata del canale industriale era molto ridotta rispetto a quella prevista dai primi progetti. Ecco perché dopo la creazione del Consorzio Camuzzoni, nel 1898, essa fu aumentata considerevolmente negli anni Venti del Novecento su progetto dell’ing. Gaetano Rubinelli grazie alla diga costruita nel 1923.
Raggiunto questo punto, ci troviamo all’altezza del passaggio del percorso ciclabile ben segnalato, estremamente frequentato dagli sportivi: proseguendo in direzione ovest verso l’aereoporto di Boscomantico, raggiungono dopo circa un chilometro il ponte sul canale Biffis dal quale inizia la pista che lo costeggia per lunghi tratti conducendo fino a Rivoli. Vale la pena imboccare il ponte della diga e ammirare questo tratto in cui l’Adige si mostra in tutto il suo fascino, senza i muraglioni della città. E al tempo stesso la natura si mescola all’intervento dell’uomo: ci si trova sulla diga, opera monumentale che ha senza dubbio cambiato la connotazione del fiume ma anche l’aspetto di Verona e del paese di Chievo in particolare, divenendo un simbolo di archeologia industriale e rappresentando una tappa fondamentale del cambiamento della città e della sua economia. Qui si potranno vedere bene le colline della Valpolicella e, sullo sfondo, le cime del Baldo. Possiamo quindi scegliere di oltrepassare l’Adige e fare ritorno imboccando la passeggiata sull’argine del fiume sul lato opposto. Oppure, in alternativa, tornare indietro fino agli impianti sportivi e scendere poi sempre sull’argine: qui un percorso immerso nella vegetazione conduce fino al quartiere Navigatori. Prima di lasciare la pista, potremo fare una sosta nel bar vicino agli impianti sportivi: una ciotola all’esterno ci fa capire che i cani sono i benvenuti. Si raggiunge quindi l’argine del fiume attraversando il parcheggio vicino al bar e imboccando poi la strada sterrata in discesa.
L’argine è ben tenuto e periodicamente il sentiero viene ripulito dagli arbusti e dai rifiuti che purtroppo affliggono anche questo tratto. Siamo fuori dalla città, e dunque capita più facilmente di poter osservare a distanza ravvicinata anatre, cigni, uccelli migratori e piccoli mammiferi: per questo è importante e prudente tenere il nostro cane al guinzaglio, evitando così di disturbare gli altri animali selvatici.
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