Coi biglietti gratis il Comune combatte le nuove povertà
Il corrispettivo (313mila euro!) in solidarietà
Un papà con quattro figli, dai due mesi agli otto anni, ha coperto 1.300 euro di affitti rimasti arretrati dopo il licenziamento. Invece una vedova di 65 anni, invalida civile e con la pensione minima, ha potuto aggiustare la caldaia. E il figlio maggiore di una coppia di stranieri – un ragazzo brillante che si è diplomato a pieni voti quest’anno – è riuscito a coronare il sogno di proseguire gli studi. Non avrebbe potuto farlo, fintantoché i suoi genitori avessero dovuto scegliere se pagare le bollette o le tasse universitarie: uno dei suoi tre fratelli si è ammalato gravemente e la madre ha rinunciato al posto di lavoro per assisterlo nei frequenti controlli e ricoveri ospedalieri.
Sono tante le storie concluse col lieto fine grazie al fondo “Nuove povertà”, un capitolo di spesa del Comune di Verona finanziato con la vendita degli ex biglietti omaggio, in uso a Palazzo Barbieri, per gli spettacoli e i concerti extralirica in Arena. «Quelli che un tempo erano biglietti regalati agli amici degli amici dal sindaco e dagli assessori», specifica senza mezzi termini il primo cittadino, Federico Sboarina. Per ogni evento ce n’erano a disposizione 132, da spartirsi.
Dall’estate del 2017 vengono venduti in via prioritaria dalle diverse produzioni, che poi versano il ricavato direttamente nel fondo “Nuove povertà” destinato alle famiglie veronesi in difficoltà. Da quando la giunta Sboarina ha deciso lo stop alla gratuità, i proventi ricavati dalla vendita dei biglietti sono stati di circa 313mila euro: 216mila nel 2018 e 96mila nel 2017. Solamente la vendita dei 132 biglietti per la serata di Andrea Bocelli non è stata destinata al capitolo specifico, perché il Comune aveva scelto di aderire al progetto benefico della fondazione messa in piedi dall’artista. «Proiettando l’introito in cinque anni, e con la previsione di aumentare il numero dei concerti, i proventi supereranno abbondantemente il milione di euro – sottolinea Sboarina –. Da un’azione semplicissima si genera ricchezza preziosa per il Comune, che può utilizzarla senza intaccare altri capitoli di spesa».
Nel 2018 sono state 241 le famiglie che hanno beneficiato dell’aiuto economico, di cui 87 con minori, 33 anziani e 121 composte da persone adulte. Per l’assessore ai Servizi sociali, Stefano Bertacco, si tratta di «linfa vitale». Grazie a questi fondi, spiega, «siamo riusciti a risolvere casi per i quali altrimenti non saremmo potuti intervenire». I vincoli delle normative regionali e nazionali impongono di valutare le richieste in base all’Isee e a specifiche condizioni economiche, mentre la tipologia del Fondo, in deroga a tutti gli altri regolamenti attivi per l’ambito sociale, permette al Comune di intervenire in tempi rapidi. «È stato pensato apposta per le emergenze, per chi si trova a dover affrontare una difficoltà o un dramma non previsto».
Il progetto prevede interventi mirati una tantum, con importi che dovrebbero essere risolutivi rispetto alla problematica presentata. Le criticità maggiormente affrontate hanno riguardato la casa, con molte famiglie in difficoltà (33 con un solo genitore, 54 con due adulti ma monoreddito) aiutate a far fronte agli affitti e alle bollette «In alcuni casi siamo intervenuti per sostituire il piano cottura del fornello – spiega Bertacco –. C’erano stati allarmi condominiali perché le signore dimenticavano sul fuoco qualche pentola, e si potevano creare situazioni di pericolo».
È aumentato il numero di adulti, soli o in famiglia, che necessitano di interventi economici significativi, trovando difficoltà ad accedere ad una attività lavorativa stabile. Si tratta spesso di persone invalide, con l’assegno di 292 euro come unica entrata mensile. «Abbiamo partecipato a spese di trasloco, nel caso di sfratti esecutivi. E una coppia con una storia difficile alle spalle, a cui era stata assegnata una casa di edilizia popolare, col contributo ha potuto fare gli allacciamenti, comprarsi un letto, il frigorifero, la lavatrice e quel minimo di arredamento per vivere dignitosamente. Una grande soddisfazione, perché questa disponibilità in più ci ha permesso di trovare aggiustamenti veloci».
Sono gli assistenti sociali del Comune a valutare le richieste e in base all’urgenza assegnano una priorità. La maggioranza dei beneficiati è italiana. Solo nel caso delle famiglie con minori si registra una presenza significativa di stranieri, che rappresentano circa il 30 per cento, in calo rispetto agli anni precedenti.
«Ringrazio tutte le produzioni dei concerti e gli artisti che si sono fatti carico della vendita dei biglietti e del puntuale versamento del ricavato, facendosi partecipi di questo progetto – aggiunge Sboarina –. Come sapete, abbiamo stabilito che l’Arena non si può usare gratis, e che chi desidera vedere uno spettacolo deve pagarsi il biglietto, come tutti. Non esistono privilegi per nessuno. Una discontinuità storica, rispetto al passato, di cui vado orgoglioso, visto anche il lieto fine che genera per alcune situazioni».
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